Si è tenuta a marzo la settimana di sensibilizzazione voluta dalla World Action on Salt and Health (WASH), un’organizzazione con sede a Londra, che raccoglie esperti, soprattutto in malattie cardiovascolari e ipertensione, da 85 paesi nel mondo, e che si batte dal 2005 per migliorare la salute nel mondo mediante la riduzione del sale nell’alimentazione.
Secondo le ultime ricerche: “In Italia il consumo medio di sale pro-capite è intorno ai 10 grammi al giorno, con il 90% della popolazione (inclusi i bambini e gli adolescenti) che ne consuma oltre il massimo tollerabile, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ovvero circa 5 grammi per gli adulti.”
Il primo consiglio utile e semplice è: attenti alle etichette e fare quindi attenzione ad alimenti che contengono già di per sé sale, come il pane e le merendine, ad esempio.
Alle mamme i pediatri ricordano di “usare prudenza” con il sale perché: “quasi 3 bambini su 4 assumono ogni giorno una quantità di sodio superiore a quella massima raccomandata – 400 mg al giorno fino ai 12 mesi- come dimostrano le ultime ricerche effettuate nel Regno Unito. Per gli esperti, sarebbe sufficiente la dose naturalmente contenuta negli alimenti, senza nessuna ulteriore aggiunta. Vale per i piccolissimi, per le prime pappe, ma vale anche per i più grandi. Fino a che saranno adulti: meno sale si usa e meglio è, e più il bambino è piccolo più danno si fa. Se la mamma sala il piatto del piccolo, avrà un figlio che da grande grazie a quel sale rischia di essere iperteso ed obeso”.
Sempre nell’articolo su “La Stampa”, Claudio Maffeis, docente di Pediatria all’Università di Verona, ci ricorda quali accorgimenti usare per far mangiare i nostri bambini assecondando le loro esigenze e non i nostri gusti da adulto:
- distinguere l’alimentazione del bambino da quella dell’adulto;
- scegliere cibi iposodici o naturalmente salati, e essere in ciò un esempio per il bambino e per tutta la famiglia;
- usare solo ingredienti a basso contenuto di sale per almeno il primo anno di vita e non aggiungere sale nelle pappe;
- non aggiungere sale nell’acqua della pasta;
- non fidarsi del proprio “gusto da adulto” assaggiando la pappa;
- se non si dovesse allattare, nel primo anno preferire i latti specifici in formula, ed evitare il latte vaccino, che presenta un maggiore contenuto di sodio (55 mg/100 ml contro i 20 mg/100 ml in media della formula);
- usare come condimenti aceto e limone al posto del sale, e aromi, spezie e erbe aromatiche dopo i due anni;
- preferire cotture al vapore o al cartoccio, ed evitare i cibi fritti;
- cercare di catturare il gusto del bambino, con colori e varietà degli ingredienti e puntando sulla fantasia;
- selezionare materie prime o prodotti di ottima qualità, per garantire un sapore piacevole per il bambino.
Quindi care mamme oltre a dare noi il buon esempio (che novità!), usiamo un pizzico di fantasia in più e di sale in meno per la salute dei nostri bambini e, perchè no, anche per la nostra!