Via libera agli incontri genitori-figli su skype

mamma e figlia insieme al pc

Cara unimamma il Tribunale di Milano, spettatore di una annosa separazione tra coniugi, ha deciso di fare propri non solo i principi europei in tale campo presenti, ma di adottare una decisione che ti lascierà stupita e nello stesso tempo molto soddisfatta.

Nel caso di separazione sopra menzionato, la situazione conflittuale tra i coniugi ed in particolare modo, tra figlie e mamme, era molto alta, queste venivano pertanto affidate al padre che risiedeva a Milano.

Nonostante il tentativo di poter comporre bonariamente la situazione i Giudici italiani aditi, nel caso di specie, nell’eseguire le direttive della CEDU sulla garanzia del diritto di visita per il genitore non convivente, disponevano, in questo caso il Il Presidente del Tribunale di Milano, che gli incontri tra la madre e le figlie, stante anche la lontananza della madre tornata in Francia, avvenissero tramite Skype.

Tale decisione fa proprio il principio espresso dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo,con la sentenza del 29/01/2013 secondo cui: “lo stato deve mettere a disposizione del cittadino tutti i mezzi che consentano l’attuazione dei propri diritti e il rispetto dei provvedimenti giudiziari che riguardano tali diritti, anche prevedendo misure specifiche che si rendano opportune nel caso concreto. Occorre evitare, inoltre, che i lunghi tempi giudiziari consentano una situazione di violazione di fatto dei provvedimenti presi. Quindi, non solo le misure devono essere adeguate, ma devono essere adottate in tempi brevi, altrimenti si rischia che vi siano conseguenze irreparabili per i rapporti tra bambini e genitore non convivente.

Il giudice adito nell’emettere una misura provvisoria e temporanea, con l’obiettivo di ricomporre il rapporto madre-figlie, autorizzava al collegamento Skype, nel fine supremo di poter riconciliare le due ragazze e garantire alle stesse una, seppur telematica, “presenza” della madre.

Il giudice stabiliva altresì, come tali incontri via web, avessero una durata di almeno sette settimane, con cadenza settimanale, ed incaricava i servizi sociali del Comune di Milano di monitorare la situazione familiare e personale delle minori, affiancandole e sostenendole psicologicamente, e di valutare i risultati della nuova via telematica di comunicazione garantita da Skype.

Questa storia non può che lasciarci piacevolmente stupite. Un motivo per sperare che non si dica più che l’Italia è un Paese “bigotto”…. ecco un buon esempio di apertura alle nuove vie della comunicazione, in un contesto dove la chiusura mentale è ancora molto radicata.

E a voi mamme è capitato di “accorciare  le distanze” con il mondo grazie all’uso di tecnologie come Skype?

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