Più volte abbiamo parlato dell‘allattamento e della necessità di creare nella società una “calda rete” di supporto alle mamme che allattano.
Oggi partiamo dai dubbi principali che accompagnano i pensieri di tante neo maamme e mamme in attesa, sempre grazie ai consigli del Ministero della Salute.
E partiamo dalla “mamma” di tutte le domande legate all’allattamento, ossia:
Riuscirò ad allattare al seno?
Molte mamme si chiedono comprensibilmente se saranno in grado di allattare i propri figli, se avranno sufficiente latte, se sentiranno dolore nell’allattare al seno. …
La risposta? Eccola:
Si tratta di buone domande, che trovano comunque la loro principale e rassicurante risposta nell’appartenenza della specie umana, e quindi della donna, ai mammiferi che hanno sviluppato la capacità di produrre latte per la propria prole ben 220 milioni d’anni fa.
I meccanismi preposti alla produzione di latte sono quindi antichi e allo stesso tempo anche ben collaudati!
Com’è fatta la ghiandola che produce il latte?
La mammella è nel suo insieme ben più grande della ghiandola mammaria, e questo significa che …le dimensioni della mammella NON sono in rapporto con la capacità di produrre latte!
Mammelle di piccole dimensioni sono capaci di rispondere adeguatamente alle esigenze nutritive del bambino. La ghiandola mammaria è divisa in una decina di settori che drenano il latte prodotto indipendentemente l’uno dall’altro facendolo uscire da forellini separati in cima del capezzolo, che possono essere facilmente individuati quando il latte spruzza fuori con vigore dalla mammella.
Che funzione hanno il capezzolo e l’areola?
Il capezzolo è prominente per orientare il bambino verso la fonte di nutrimento, più che per consentire al bambino di ancorarsi. Infatti, quest’ultimo quando poppa adeguatamente introduce nella bocca non solo il capezzolo, ma anche buona parte dell’areola attorno al capezzolo. L’areola è inoltre dotata di ghiandolette rilevate lungo la sua circonferenza, capaci di rilasciate un liquido che ha azione protettiva (anche antibatterica) nei confronti dell’areola e una funzione di orientamento olfattivo per il bambino in direzione della fonte di nutrimento.
Come viene regolata la produzione di latte?
A distanza di circa 2-3 giorni dopo la fuoriuscita della placenta scatta la montata lattea, la produzione abbondante di latte, che gradualmente viene a sostituire il prezioso latte dei primi giorni, il colostro.
Quali ormoni la determinano?
Due sono i principali ormoni coinvolti nell’allattamento al seno che vengono rilasciati dalla mamma a seguito della suzione: la prolattina, che induce gli alveoli a produrre latte e l’ossitocina, che aiuta a spremere la ghiandola, contraendo il tessuto muscolare attorno agli alveoli. Più spesso e più a lungo il bambino ha occasione di succhiare al seno, maggiore è la produzione di ossitocina e quella di prolattina. Siccome i due ormoni hanno azioni differenti, può capitare che la madre produca latte a sufficienza, ma non riesca a far uscire adeguatamente il latte perché il riflesso di emissione del latte non agisce adeguatamente. Infatti, quando la madre è stressata, provata dal dolore o sfiduciata, il riflesso di emissione è inibito e il latte ha difficoltà, pur essendo normalmente prodotto, a fuoriuscire.
E questo è il lato più fisico e biologico dell’allattamento, c’è poi una parte emotiva, affettiva e mentale altrettanto importante.
In ogni caso però ricordate che la capacità di rilassarsi, l’affetto e la sicurezza in se stesse sono condizioni che favoriscono l’azione dell’ossitocina e, quindi, il riflesso d’emissione del latte.