Purtroppo la febbre arriva anche con il sospirato caldo e anche, come ben sapete, il sabato e la domenica! Cosa è la febbre? Come dobbiamo affrontarla? Quando chiamare il pediatra? Ecco le nostre domande e vediamo insieme le risposte del Ministero della Salute.
Iniziamo con la prima domanda: Che cosa è la febbre?
È l’aumento della temperatura corporea al di sopra dei valori normali. Per il bambino, questi valori variano leggermente nel corso della giornata e possono essere lievemente più elevati dopo pianto intenso e dopo la poppata. Può essere considerato febbrile un valore al di sopra di 38°C della temperatura misurata per via rettale.
- Che cosa la provoca?
La febbre non è una malattia. L’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una
temperatura più bassa. Il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene reso più svantaggioso per gli organismi invasori. - È pericolosa?
La febbre può essere provocata sia da malattie poco gravi (la maggior parte delle volte), sia da malattie più impegnative (molto più raramente). Non c’è una specifica relazione tra valore della febbre e gravità della malattia: una febbre molto alta, per fortuna, non vuol dire per forza che ci troviamo in presenza di una malattia molto grave. Valori elevati di temperatura corporea, quindi, possono causare un disagio intenso al bambino, ma non bisogna pensare che la causa sia per forza pericolosa. - È necessario abbassare la temperatura?
La febbre non è un nemico da combattere a ogni costo. Non è necessario, quindi, somministrare medicine tutte le volte che la temperatura supera i valori normali. Abbassare la febbre non aiuta il bambino a guarire prima. Se, per , il bambino mostra malessere, è irritabile o sofferente, è giusto dargli un po’ di sollievo abbassandogli la temperatura. - Come si misura la febbre?
Sembrerà banale ma la febbre si misura con il termometro. Non è corretto affidarsi solo alla percezione soggettiva per dire che il bambino è più o meno caldo.
Detto questo, bisogna aggiungere che di termometri ne esistono diversi tipi:
- Di vetro (di tipo pediatrico)
È una sottile colonnina graduata di vetro contenente mercurio. È molto preciso e abbastanza veloce. La lettura non è sempre agevole e può rompersi. Esistono modelli con un rivestimento plastico della zona tra bulbo e colonnina per evitare che rotture accidentali possano ferire il piccolo. - Digitale (elettronico a cristalli liquidi)
È veloce, preciso (se posizionato correttamente), sicuro e resistente, anche in caso di caduta. La temperatura compare sul display dopo l’emissione di un segnale acustico. - Auricolare (a infrarossi)
Dev’essere utilizzato a livello del canale auricolare. La temperatura compare sul display dopo pochi secondi (è circa mezzo grado più alta di quella esterna). È comodo e molto veloce. È costoso ed è necessaria una discreta esperienza prima di ottenere misurazioni affidabili. - Cutaneo (a infrarossi)
Rileva la temperatura esterna. La temperatura compare sul display dopo pochi secondi. È comodo e molto veloce. Anche questo termometro è costoso e necessita di un po’ di esperienza prima di riuscire a ottenere misurazioni affidabili. • - Striscia reattiva (a cristalli liquidi)
Rileva la temperatura esterna.Si appoggia sulla fronte e,dopo pochi secondi, sulla striscia compare il valore rilevato. Non è molto preciso.
Consigliamo, comunque, di usare il termometro pediatrico a mercurio o quello digitale.
- Dove misurare la febbre?
Nel bambino molto piccolo è consigliabile misurare la temperatura per via rettale; infatti questa misurazione è attendibile, precisa e abbastanza veloce (sono necessari da 1 a 3 minuti).
Se usate il termometro a mercurio ricordate di “scaricarlo” sbattendolo in aria a colpi secchi,dopo averlo saldamente afferrato tra pollice e indice, fino a quando la colonnina di mercurio non sarà rientrata nel bulbo.
Se utilizzate il termometro digitale, questo dovrà essere acceso prima di usarlo. Per la misurazione è preferibile lubrificare il bulbo del termometro con della vaselina o dell’olio e,dopo avere sdraiato il bambino sul fianco o a pancia in giù, introdurre il termometro per circa 2 cm, accostare i glutei e tenere fermo il bambino per tutto il tempo necessario all’operazione.
Trascorso il tempo necessario si leggerà sul termometro il valore della temperatura misurata. Per rapportarlo alla temperatura ascellare bisognerà sottrarre 5 lineette (mezzo grado). Cioè un valore di 38°C di temperatura rettale corrisponderà a circa 37,5°C di temperatura ascellare.
Cosa fare?
- Se vostro figlio ha meno di 3 mesi di vita, è opportuno consultare il pediatra con sollecitudine.
- Se invece ha più di 3 mesi, ricordate che il livello della temperatura (cioè una febbre più o meno alta) non è sufficiente da solo a far capire se la malattia è lieve o grave.
È importante sapere che:
- bisogna guardare il bambino più che il termometro per decidere quando è il caso di preoccuparsi e consultare il pediatra con sollecitudine, o quando invece è possibile rimanere tranquilli, almeno per un po’, ad aspettare l’evoluzione spontanea della malattia (che nella maggior parte dei casi va verso la guarigione spontanea in 2-4 giorni).
- Voi conoscete bene il vostro bambino, potete ricavare dalla semplice e normale osservazione del suo comportamento alcune caratteristiche che possono aiutarvi a capire quando stia male davvero.
- Annotate queste caratteristiche (l’aspetto, l’agitazione, lo stato sofferente, il tipo di riposo che riesce ad avere, la presenza di difficoltà a respirare) e comunicatele al vostro pediatra. Lo aiuterete a capire se si tratta di un problema banale o importante e, soprattutto, lo metterete nelle condizioni di programmare la visita al momento più giusto.
- Guardate come prima cosa come il vostro bambino si comporta:
- è tranquillo o agitato?
- è sofferente?
Osservate se ha qualche altro disturbo:
- vomita?
- ha diarrea?
- piange come se avesse dolore?
- ha tosse?
- ha macchie sulla pelle?
- respira in modo affannoso?
Se mostra malessere o irritabilità somministrategli un farmaco per abbassare la temperatura (antipiretico), dopo aver comunque consultato il vostro pediatra.
Dopo 60-90 minuti dalla somministrazione del farmaco osservate:
- il malessere si è attenuato e il bambino è meno sofferente?
- è più tranquillo e non piange?
- se piange lo fa per brevi momenti e in modo simile a quando non è ammalato?
- il colorito del bambino è roseo o appena un po’ più pallido del solito?
- se lo sollecitate e cercate di farlo giocare, sorride?
Se il bambino si comporta in questo modo e non c’è nessun altro disturbo, la malattia che ha provocato la febbre è molto probabilmente lieve, e, se le condizioni del bambino non cambiano, si pu aspettare un altro giorno prima di consultare nuovamente il pediatra (se il bambino ha un’età maggiore di 3 mesi).
Nell’attesa, quando durante le puntate febbrili il bambino mostra malessere o irritabilità, potete continuare a somministrare un farmaco antipiretico.
Se invece la febbre è molto alta (39 – 40°C) e, nonostante la somministrazione del farmaco, non scende nemmeno un po’ e il bambino vi sembra sofferente, oppure se ci sono altri disturbi che vi preoccupano, consultate il pediatra con sollecitudine.
Altri provvedimenti utili:
- Fate bere il bambino un po’più del solito o attaccatelo al seno più frequentemente
- Non forzatelo a mangiare se non vuole
- Evitate di coprirlo eccessivamente
- Non costringetelo a letto se non vuole
- Non somministrategli antibiotici senza prescrizione da parte del medico.
Se è necessario, potete fare uscire il vostro bambino: per esempio per trasportarlo a casa di altri familiari (per permettervi di andare al lavoro o svolgere altre incombenze) oppure per portarlo alla visita pediatrica o al laboratorio a eseguire delle analisi.
Fare uscire il bambino non comporta alcun rischio per la sua salute, le condizioni atmosferiche non influenzano l’andamento delle malattie.
E coccolatelo più che potete: non si sente bene ed ha bisogno di conforto anche se non sa come comunicarlo. 🙂