Non c’è niente di più vero del corpo, in particolare del corpo di una madre. Pensateci un attimo.
Possiamo raccontare delle bugie, possiamo fingere di non provare o di provare dei sentimenti, possiamo credere di essere in un modo o in un altro, e magari nel nostro tentativo di mascherarci riusciamo anche ad ingannare gli altri, magari siamo così bravi che riusciamo ad ingannare anche noi stessi, ma chiediamo al corpo di fare finta di essere magro, di essere grasso, di essere basso. Il corpo non può. Non può perchè è la manifestazione diretta di ciò che siamo, è il tramite con il “fuori” ed è abitato dal nostro “dentro”.
Noi siamo più propriamente il nostro corpo, prima di tutto il nostro corpo, e fino alla fine, e come ultima cosa, siamo corpo.
Per il questo il corpo fa gola, fa mercato, per questo tutti si accaniscono sul corpo: sulla cura del corpo, sull’ostentazione del corpo, sulla perfezione del corpo, sulla chirurgia del corpo.
Ed eccoci qui, le prime a cui viene cucita addosso l’ossessione del corpo siamo noi donne che dobbiamo essere belle, magre, toniche, giovani.
Che ansia.
Anche gli uomini ultimamente vengono tormentati con l’elisir di giovinezza, i muscoli, i capelli fluenti, le creme idratanti.
Tutti coloro che hanno la capacità di distinguere tra quanto ci viene imposto e quanto invece sentiamo giusto di fare per la nostra immagine, comprendono il bombardamento a cui siamo sottoposti e cercano di mediare, soprattutto con se stessi, di rallentare, di lasciar perdere l’immagine a tutti i costi. Curamoci sì, ma stiamo anche molto calmi.
C’è un evento sconvolgente nella vita di una donna che riguarda il corpo: è la gravidanza. Un corpo che muta per nove mesi. Eri uno scricciolo? Ora pesi dieci chili in più. Eri in sovrappeso? Bene, sono comunque dieci chili.
Bisogna farci i conti e al di là di tutte le storie sulla mamma, su quanto sono belle le donne incinte, sull’esplosione di femminilità, chi ha un corpo che cambia così profondamente attraversa un confine delicatissimo che è quello che riguarda la percezione di sè, il giudizio, lo sguardo degli altri, l’accettazione di quanto accade e di come si sta cambiando.
Ora facciamoci un’altra domanda: cosa è “bello”?
Non è questa la sede per rispondere a una domanda che l’umanità si pone da sempre, ma a mio avviso è bello ciò che si lascia guardare, perchè ci permette di scorgere un mondo che se non si fosse mostrato non avremmo potuto immaginare neanche che esistesse.
Seguendo questo ragionamento, arriviamo dritti alla storia di una fotografa, Jade Bell, che ha iniziato a fotografarsi appena rimasta incinta scattando una serie di autoritratti del suo corpo fino a dopo il parto e pubblicandole sul suo profilo facebook.
Un corpo modificato dalla gravidanza, un corpo che per le donne è difficile mostrare, che non viene mostrato.
Immediatamente il riscontro è stato incredibile, molte donne che avevano appena avuto dei figli hanno iniziato a chiedere alla fotografa di essere ritratte da lei. Jade Beall ha accettato arrivando a raccogliere un quantitativo di immagini che ha racchiuso in un libro: “A beautiful body project“ in cui sono ritratte centinaia di donne incinte o appena dopo il parto.
Il libro, secondo le parole della stessa autrice, si propone di essere non solo una raccolta di immagini ma un tentativo di cura dell’immaginario della società che imprigiona per prime le donne stesse che con i chili in più della gravidanza o con le smagliature sono le prime a non ritenersi degne di essere fotografate o di mostrarsi con tranquillità.
Quello che accade a guardare le foto della Beall è invece l’impressione fortissima che fa il corpo di una donna che ha attraversato l’esperienza del parto, e quanta bellezza c’è nell’essere proprio quelle che si è, quelle lì delle foto, non una smagliatura in più, non una in meno.
Donne che hanno partorito, non un viaggio da poco, ma un’esperienza incredibile chè non hanno voglia di nascondere. Per scelta.
E voi unimamme che ne pensate? Vi fareste fotografare da questa fotografa per avere un ricordo unico della maternità?