Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni giorno 39.000 mila ragazze nel mondo, al di sotto dei 18 anni, sono date in sposa.
Numeri che impressionano certamente, ma non quanto la voce e lo sguardo della piccola Nada in un video che in soli tre giorni ha superato i 6 milioni di visualizzazioni. A soli 11 anni ci racconta la sua storia nello Yemen, e insieme alla sua, anche quella delle altre “lontane” 38.999 mila bambine, promesse spose ogni giorno nel mondo. La sua è una vicenda come tante in un Paese dove la povertà estrema causa questi matrimoni combinati sulla pelle, sui sogni, sul futuro di queste bambine.
Nada a soli 3 anni è stata affidata, con una sua sorella, ad uno zio che lavora come tecnico di montaggio in una televisione yemenita, da qui l’origine del video ormai famoso. Grazie all’ostinazione degli zii ha avuto la possibilità di andare a scuola e di conoscere meglio la realtà e il mondo.
Ma ben presto la famiglia di origine ha deciso di concludere la sua infanzia, e tutta la sua vita, con un matrimonio combinato a soli 10 anni e 3 mesi! Grazie all’aiuto di questi zii è riuscita a cambiare il suo presente e il suo futuro, come racconta lei stessa a tutti noi.
Ma le sue domande, che faranno sicuramente eco nel cuore di tantissime persone, sono le domande di milioni di bambine senza volto, destinate ad infelicità e violenze:
“Che fine ha fatto l’innocenza dell’infanzia? Preferirei morire piuttosto che sposarmi. Io sono riuscita a risolvere il mio problema. Ma tante bambine non ce la fanno e potrebbero morire o suicidarsi. Alcune bambine si sono gettate in mare e sono morte. Questo non è normale. I miei genitori hanno minacciato di uccidermi se fossi tornata da mio zio. Questo è criminale. Una cosa voglio dire alla mia famiglia: ‘Credetemi, con voi ho chiuso. Avete distrutto i miei sogni’“.
E con i suoi occhi dalla luce infinita ribadisce ciò che dovrebbe essere ovvio: “Io sono una bambina e voglio realizzare i miei sogni. Mia zia è stata costretta a sposarsi a 13 anni e quando non ce l’ha fatta più, a 14 anni, si è cosparsa di benzina e si è data fuoco.”
Esprime i suoi desideri che dovrebbero essere inviolabili: “Io voglio andare a scuola, avere una vita. Non voglio saperne nulla di un matrimonio ora. Voglio dire a tutti i genitori: ‘Non uccidete i nostri sogni’. Se mi fossi sposata non avrei avuto nessuna vita, nessuna istruzione. Possibile che non hanno alcuna compassione? “
E alla fine la domanda che tutti noi dovremmo farci:“Cosa abbiamo fatto noi bambini per meritarci questo?”
Non ci resta che augurare in bocca a lupo a Nada e soprattutto alle milioni di bambine invisibili che proprio in questo momento stanno lottando per non essere un numero tra quelle 39.000 bambine segnate, e che, inascoltate, continuano a dire come Nada: “Non voglio sposarmi, preferisco morire”.
Perchè, come afferma Nada con fierezza, questo è un crimine! E non solo contro delle bambine ma contro il futuro. Il futuro di tutti noi che crediamo nell’innocenza dell’infanzia, nel valore di ogni singola vita e del sogno che racchiude.
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