Com’era verde la mia valle. Sì, lo so è un incipit da vecchia nostalgica, non so che farci, ma il tema di questo articolo induce la mia parte bacchettona ad emergere liberamente.
Parliamo di un tema legato all’evoluzione della nostra società che fa sempre più uso della tecnologia e che dalla tecnologia (ahinoi) non si separa mai ( basti pensare al pullulare in questi giorni sulle varie spiagge nostrane di inutili tablet, che ancora sto cercando di capire come si faccia ad usarli sotto al sole, mistero). Parlando di bambini e telefonini, leggendo un articolo apparso su D di Repubblica, notiamo che tanto è stato fatto, tanto è stato detto, che ecco che anche l’ultimo degli ottenni possiede un telefonino. Ma non un telefonino di quelli vecchi ed economici, un telefono di ultima generazione, che va su internet, col contratto, che fa le foto, che videochiama ecc…eppure chi lo possiede non sa ancora come si fanno le operazioni con le frazioni, né coniugare un congiuntivo…perchè fa solo la terza elementare! Paradossi dell’età contemporanea che a quanto pare ci raccontano di qualcosa che sta cambiando, nei ragazzi e nei genitori. Dati dell’Istat dichiarano infatti che il primo telefonino, che i ragazzi si trovano tra le mani, arriva all’età di otto anni.
Lo chiedono loro? No, molto spesso il telefonino diventa uno strumento dei genitori per tenere sotto controllo i figli e per aver modo di comunicare con loro più spesso durante il giorno mentre sono a lavoro. A quell’età però i bambini non danno al cellulare un valore così importante e finiscono per perderlo o per romperlo. Inutile dire, per chi abbia voglia di comperare un cellulare al proprio bimbo, che ci sono marche e modelli di telefonini ultra economici e super resistenti.
Il mio consiglio è se non volete andare in bolletta perchè vostro figlio in una giornata ha perso l’apparecchio mobile per i denti ( un classico di quell’età) e il telefono, risparmiate su quest’ultimo. Man mano che i ragazzi crescono è possibile orientarsi su telefoni anche più costosi perchè emerge in loro la percezione che ciò che stanno maneggiando ha un valore economico non indifferente e dunque evitano almeno di lanciarlo nella fontana dei pesci.
Ricordiamoci sempre però che i ragazzi che hanno a disposizione un telefono nel momento in cui sono in grado di andare su internet, si muovono a quel punto da soli e indisturbati nella giungla del web e questo comporta una serie di possibili spiacevoli incontri/scontri con la realtà della rete. Installate allora sul telefonino i filtri che permettono di inibire l’accesso a siti pericolosi per i minori in modo da poter essere sicuri che la loro navigazione sia protetta e adatta all’età.
Tutti problemi che chi scrive non ha avuto per questioni banalmente anagrafiche, e non che si voglia condannare il fatto che i genitori facciano uso della tecnologia per gestire il con maggiore efficacia e praticità, però ogni tanto mi chiedo: come facevamo noi? Non che sia meglio o peggio, ma tutta questa tecnologia onnipresente, ogni tanto un po’ di inquietudine la dà. A me almeno. E a voi?