Claudio Baglioni cantava “Mille giorni di te e di me“. Ecco, io tolgo uno zero e il senso rimane più o meno quello. Sono già passati 100 giorni dalla nascita della nana??? Cioè sono già madre da tutto questo tempo? Ebbene sì, il tempo fugit, come dicevano i latini, e tra poco mia figlia mi saluterà perché andrà a studiare all’estero o dove vorrà.
Come sono andati questi primi tre mesi e qualche giorno? Direi abbastanza bene. Non mi sono ancora abituata ad essere responsabile di una creatura, nè che un essere cagante e urlante sia uscito dal mio corpo. La mia bambina è molto brava (non diciamolo troppo forte) e soprattutto dispensa sorrisi a tutti (tranne qualche volta a mia mamma, ma perché secondo me vuole convincerla a cambiare parrucchiere). Spero che da me non abbia preso nulla, caratterialmente parlando: io sono una pessimista di natura, a volte cupa e negativa, mentre il consorte è l’opposto. Mi auguro che i geni siano solo quelli buoni.
Vederla crescere giorno dopo giorno e ammirare le sue piccole conquiste fa sentire me piccola. Lei è forte come una roccia. E’ saggia. Per questo non capisco come io possa essere, almeno in parte, responsabile di questa Buddha (effettivamente ha un po’ di rotolini) in miniatura.
Si dice che i figli facciano cambiare prospettiva sulla vita. Io non l’ho cambiata: penso sempre le stesse cose di prima, però credo che più si cresce e meno paradossalmente si acquisisca conoscenza. I bambini come Paola, quando sono così piccoli, hanno già capito tutto. Io come mamma ci sto ancora lavorando.
Diciamo che stiamo crescendo insieme. E devo dire che ammiro quelle donne tutte d’un pezzo che amano già i loro figli, soprattutto se sono i primi, come se fossero nate per fare questo mestiere. Io no. Penso che neanche a 60 anni avrò capito come fare bene la mamma: nel frattempo potrò dire di averci provato…
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