Come molte donne non ancora mamme, ogni volta che vedevo un bimbo fare capricci a oltranza, mi dicevo: “No, no a me non succederà. Io forse saprei…, io forse direi…”.
Quel “saggio” forse che mi balenava nella mente era il segno della mia consapevolezza che, come in ogni situazione della vita, bisogna ritrovarsi per sapere davvero cosa ci succederà.
Perchè il rapporto con il proprio bambino è soggetto a tantissime variabili, non ultime la stanchezza e la mancanza di lucidità che ci impedisce, a volte, di agire e di reagire come dovremmo e vorremmo, invece di fare semplicemente, e umanamente, ciò che in quel momento riusciamo a improvvisare.
Il momento dei capricci ne è un chiaro esempio: spesso sappiamo che dovremmo essere decisi e continuare sulla linea del no, ma la stanchezza ce lo impedisce. Per non parlare poi del dubbio, anche questo umanissimo, che si può insinuare: ” E se poi lo faccio soffire?”.
Allora che fare? Quando è invece non solo è utile ma anche necessario continuare ad essere fermi e non “contrattare” con il nostro bambino, che può anche sembrare un adulto ma di fatto non lo è?!?
Personalmente ho trovato utili i consigli e le riflessioni della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale che possono aiutare orientarci, proprio come una bussola, tra i capricci dei nostri bambini e la nostra fragilità, nonchè stanchezza.
Quando iniziano i capricci?
I capricci sono una caratteristica di quasi tutti i bambini quando arrivano ai 2 anni, età in cui si stima che in media uno su cinque li fa almeno due volte al giorno. Non si può invece parlare di capricci prima dei 5-6 mesi di età.
Qual è il profilo di un bambino capriccioso?
Ecco alcune caratteristiche:
Capita allora che i genitori, non sapendo bene come comportarsi, assecondino il piccolo e cedano a tutte le sue pretese, viziandolo. Un esempio è quello della mamma che ha ripreso da poco il lavoro e, quando rientra a casa, sentendosi in colpa per l’assenza, tende a concedere tutto al suo bambino pur di non contrariarlo.
Incide, come dicono molti, tenerlo in braccio da piccolo?
Contrariamente a quello che si pensa, tenere invece in braccio un bimbo non è un sistema per viziarlo.
Se si è troppo permissivi, cosa succede?
Se non si corre ai ripari, il bambino viziato avrà dei problemi, specialmente dall’epoca della scuola in poi:
Gli stessi genitori avranno difficoltà a volergli bene proprio per il suo comportmento. Alla lunga un bambino viziato diventa infelice e riduce la sua resa scolastica perchè non motivato; l’essere viziato lo allontanerà sempre più dall’affrontare i problemi della vita di tutti i giorni.
Come dovremmo comportarsi?
Cercate la collaborazione per le regole importanti: fate in modo che vostro figlio segua le regole (non più di una ventina) che avete impostato già da piccolo, molto prima dell’inizio della scuola. Alcune regole utili sono, per esempio:
Su queste regole siate intransigenti: non c’è motivo di discuterle.
E se piange?
Aspettatevi che il bambino pianga, ma sappiate distinguere distinguete tra necessità e desideri.
Il bambino piange per necessità se ha dolore, fame e per paura, in questi casi rispondete subito alla richiesta.
Se invece piange perchè desidera qualcosa, potete decidere se accontentarlo o meno.
Se piange per capricci, ignoratelo, senza assumere atteggiamenti aggressivi o denigratori. Coccolatelo di più se sta passando un momento di frustrazione maggiore per i vostri dinieghi, ma non dategliela vinta al momento dei capricci o dei pianti.
Che rapporto dovremmo instaurare con il nostro bambino e da quale età?
Non pretendete un rapporto paritario col bambino finchè non è diventato adulto:
Quali comportamenti è opportuno che io gli insegni?
Cosa ricordare nel momento dei capricci:
E a proposito di tempo…
Concedete tempo a vostro figlio, ma ritagliatevene anche per voi: le necessità basilari del bambino (amore, cibo, sicurezza) sono prioritarie, ma anche la vostra vita è importante. E’ comunque importante non solo la quantità di tempo che dedicate a vostro figlio, ma soprattutto la qualità, cioè il modo di interagire e confrontarsi e dialogare con lui; cercate ogni giorno di concedergli questo tipo di tempo, evitate invece di stare continuamente con lui, rinunciando ai vostri spazi: ne potrebbe andar di mezzo il vostro rapporto di coppia. Il bambino deve imparare ad aver fiducia in voi anche senza avervi sempre vicini.
E quindi care unimamme, trovate il tempo di leggere questi consigli con calma. Fateli vostri e ricordiamoci che anche quella del capriccio è un’occasione di crescita…per entrambi! 😉
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