Care unimamme, parlando di un tema che riguarda tante famiglie in Italia che è l’adozione, è bene conoscere anche le vicende che non riguardano solo il nostro Paese.
L’adozione si perfeziona con l’ingresso del bambino nella sua nuova famiglia, che si spera possa dargli tutto l’amore e l’affetto di cui necessità. Inutile ripetere come la condizione che giustifica l’adozione è comunque, impropriamente parlando, una condizione di abbandono. Ciò non vuol dire che l’adottato debba versare in uno stato di alto disagio, in quanto ci sono dei centri, delle case-famiglia che li accolgono e li accudiscono, sostenendoli successivamente anche nella procedura dell’adozione.
Ovviamente ogni Stato ha la sua legislazione e le sue peculiarità che devono essere prese in considerazione quando si avvia l’adozione. A tal proposito, voglio parlarvi delle vicende internazionali che hanno come protagonisti due Stati molto importanti: l’America e la Russia.
Tutto ha inizio nel 2008, quando, a seguito di un colpo di calore, morì un bambino russo adottato da una famiglia americana perchè lasciato in macchina per diverse ore. Iniziarono quindi una serie di polemiche tra la Russia e l’America, terminate solamente il 28 Dicembre 2012, quando Putin ha firmato la legge anti-adozioni Usa. Tale legge è poi entrata in vigore il 1 gennaio 2013.
Ma entriamo più nel merito di questa vicenda: recentemente gli USA hanno approvato il Magnitsky Act, secondo il quale il governo statunitense dovrà rendere pubblici i nomi degli ufficiali russi che violano i diritti umani in Russia, vietando loro l‘ingresso nel paese e congelando eventuali conti correnti presso gli istituti bancari americani, cominciando proprio dagli ufficiali giudiziari coinvolti nella morte di Sergei Magnitsky, un avvocato russo arrestato perchè colpevole di aver denunciato alti ufficiali di polizia russa per corruzione. Magnitisky è poi morto in carcere.
E’ a tale legge che il presidente russo Vladimir Putin ha reagito, firmando la ‘legge Dima Yakovlev’, dal nome del bambino russo morto, e di fatto ponendo il divieto per i cittadini statunitensi di adottare bambini russi.
Le domande che sorgono sono: perchè solo ora? Ha voluto “usare” i bambini orfani per “punire” gli americani? Così facendo però non punisce anche i “bambini russi”? Purtroppo non abbiamo risposte…
Con questo “spaccato” di storia attuale ho voluto mostrare alcune difficoltà che sono proprie della procedura di adozione internazionale: fondamentali sono infatti i rapporti tra i paesi.
Mi auguro di non aver scoraggiato le nostre lettrici che hanno deciso di intraprendere questo percorso, o lo stanno già seguendo…non siamo nè in USA nè in Russia…e almeno in questo caso, si tratta di un vantaggio! 😉
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