Il momento per parlarne è quello giusto, si discute sulla legge contro il femminicidio, negli ultimi anni l’attenzione si fa sempre più serrata sulle questioni legate alla vita delle donne, sul rispetto delle differenze e ancor di più sulla costruzione di una cultura del rispetto.
Per questo motivo diventa interessante indagare proprio le differenze che ci sono tra uomini e donne, le modalità diverse che abbiamo di percepire il mondo e di reagire a quanto la vita ci pone di fronte.
Una delle più lampanti differenze tra uomini e donne riguarda un fattore fondamentale nella vita delle persone la cui carenza genera problematiche non indifferenti: stiamo parlando dell’autostima.
Un editorialista del New York Times,David Brooks è partito nella sua riflessione dall’analisi della pubblicità del Dove ( nota azienda che produce saponi e prodotti di bellezza). Questa pubblicità racconta benissimo quanto le donne abbiano un giudizio critico elevatissimo su se stesse.
Quanto accade nello spot è che vengono chiamate delle donne in uno studio d’artista e un disegnatore deve ritrarre i loro volti senza vederle, ma tramite le descrizioni che loro danno di loro stesse. Il loro livello di critica è tanto elevato che le descrizioni hanno dato forma a dei volti diversi dal loro, tendenzialmente più sgraziati, tanto che quando vengono chiamate delle altre persone a descrivere le donne in questione per tirarne fuori dei nuovi ritratti, i ritratti che ne derivano sono più “gentili” e aggraziati, più belli.
Insomma per dirla in due parole: la classica carenza di autostima.
Questo atteggiamento risulta essere l‘opposto di quanto accade ai maschi i quali per intenderci, peccano di un eccesso di autostima tanto da avere quello che si definisce un comportamento assertivo.
Per comportamento assertivo, riprendendo la definizione trovata su wikipedia, si intende “un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui“. Ecco, in ciò le donne sono scarse!
Questo chiaramente ha una matrice totalmente culturale, che resiste (soprattutto nel nostro Paese verrebbe da dire) a tutti i cambiamenti sociali che ci sono stati negli ultimi cinquant’anni.
E’ a questi canoni infatti che si continua a rispondere educando tutto sommato le bambine e i bambini come si faceva anni fa:
- le bambine alla dolcezza
- i bambini invece, se sono vivaci e “prepotentelli”, si sà è perché sono maschi …
Insomma va da sé che un maschio si esponga, brighi, lotti e cerchi il comando, mentre per le bambine, donne, ragazze, è qualcosa a cui si arriva e quando questo accade…beh è anche strano a vedersi.
Per questo motivo le donne per “arrivare” si preparano di più e si espongono solo dopo aver approfondito, il che è anche buono, ma l’assunto da cui tutto questo parte è proprio la mancanza di autostima e l’ipercriticismo perennemente applicato a se stesse.
Una conseguenza orrenda che spesso si ha è che per competere e per avere delle possibilità le donne “mutino”, cercando di guadagnare assertività con modalità maschili.
Le domande che mi verrebbero da porre sono diverse:
- c’è un modo femminile per diventare assertive, che sia rispettoso della nostra natura personale?
- c’è qualcosa a cui possiamo educare le piccole donne di domani per fare in modo che si rispettino per le loro qualità e che le usino come lasciapassare per il mondo senza chiedere scusa o dover rendere conto del fatto di essere donne?
- c’è in questo Paese la possibilità di premiare e valorizzare le differenze?
- e in noi? C’è in ognuno di noi questa possibilità?
Una sola cosa è certa: c’è ancora molto da fare!
E voi unimamme, che ne pensate? Come siete state cresciute e come state crescendo le donne di domani?