Primo e secondo figlio: quali differenze per gravidanza e parto? Vi racconto la mia esperienza.
Ssshhh, si è appena addormentata, ne approfitto per raccontarvi la mia storia di bis-mamma. Dopo ben 41 settimane e 2 giorni di gestazione, il 2 giugno è finalmente nata la mia seconda figlia, una pupa di 3,550 kg per 51 cm!
Primo e secondo figlio: quali le differenze parlando di gravidanza, travaglio e parto?
Essendo passati 4 anni tra il primo e il secondo figlio, ho molto chiare le differenze tra come ho vissuto la prima gravidanza e la seconda. Procedendo in ordine cronologico:
- primo trimestre: con la seconda gravidanza ho avuto fastidi e forti nausee, disturbi che non ho avuto con il primo figlio
- esami: con il primo figlio non mi sono sottoposta a nessun esame invasivo, mentre ho dovuto fare l’amniocentesi con la seconda per via dell’alto rischio risultato da translucenza e bitest
- sport: ho praticato acqua gym e svolta una leggera attività fisica in entrambe le gravidanze
- travaglio: con la seconda figlia ho trascorso la maggior parto del travaglio a casa, mentre per il primo figlio ho fatto tutto il travaglio in clinica, che è partito la notte ed è terminato con il parto a metà mattinata, con più dolore ma soprattutto maggiore incapacità nel gestirlo;
- parto: ho avuto un parto spontaneo dopo 41 settimane in entrambi i casi, solo che nel secondo con 3 serie di spinte, molto efficaci, la bambina è uscita, mentre con il primo figlio dopo diverse spinte e dopo non aver dormito per 24 ore, mi hanno aiutato con la manovra di Kristeller;
- marito: mio marito è stato presente in entrambi i casi, a partire dal travaglio attivo fino al parto, e meno male, perché è stato fondamentale
- analgesia e episiotomia: non ho ricevuto l’epidurale in nessuno dei due parti ma mi è stata praticata l’episiotomia in entrambi i casi.
Nel complesso potrei dire che travaglio e parto sono andati meglio con la seconda figlia, purtroppo però l’esito no: nella seconda gravidanza ho avuto un’infezione da Streptococco beta emolitico, batterio che all’atto del parto è passato alla bambina che ha dovuto per questo motivo prendere l’antibiotico per 10 giorni per via endovenosa.
Entrambe le volte sono stata alla clinica Santa Famiglia, una struttura convenzionata di Roma, riconosciuta dall’Unicef come “Ospedale Amico dei Bambini“, a favore cioè dell’allattamento al seno, e nella quale ho potuto apprezzare il personale estremamente competente, e, per me importantissimo, anche molto umano.
Ne approfitto per ringraziare di cuore:
- le ostetriche Nicole Butera e Serena Taglieri, che mi hanno aiutato nei 2 parti, fondamentali e dolcissime;
- le ginecologhe Olga Vellucci e Simona Caputo, che hanno assistito ed agito all’occorrenza, supportandomi molto anche nel postparto, soprattutto Simona Caputo, e Annalisa Amadio che mi ha seguito durante la prima gravidanza;
- il dottor Andrea Muscatello, che mi ha rassicurato e confortato fino alla fine, davvero prezioso;
- il prof. Francesco Santoro, primario di Neonatologia, un dottore che auguro a tutte le neomamme di incontrare sulla loro strada perché i suoi consigli sono stati davvero illuminanti;
- le meravigliose puericultrici del nido, pazienti e molto disponibili.
Grazie, grazie, grazie da tutti e 4!
La lezione che ho appreso è che la conoscenza e la minore paura hanno davvero reso più facile il travaglio e il parto. Fondamentali sono stati infatti il rimanere a casa il più possibile, rilassata e a mio agio in un posto familiare, il riposare il più possibile, automassaggiandomi al sopraggiungere delle contrazioni, il praticare una profonda respirazione in occasione delle contrazioni dolorose, rimanendo in piedi e facendo movimenti circolari effettuati con il bacino. Tutto questo mi ha permesso di arrivare in clinica felice e sorridente già dilatata di ben 6 centimetri.
Parlando invece di gravidanza, forse anche l’età ha fatto sì che vivessi la prima con meno stress e meno ansia. La seconda figlia l’ho infatti partorita all’età di 40 anni.
E a voi unimamme come è andata? Confermate la mia esperienza?