Confesso che…allatto ancora!

Sono una mamma, mia figlia ha 18 mesi e allatto. Oramai solo la notte prima di dormire, ma non sempre perché può preferire il suo ciuccio con le brum (ossia la sue fiammanti macchinette rosse) e saltuariamente durante il giorno.  Sto, o meglio, stiamo smettendo gradualmente, così come ci è stato consigliato, e come mi sembra sia meglio per noi.

Mia figlia è stata svezzata a 6 mesi e mangia tutto e per tutto intendo: dai broccoletti alle zucchine, dal pesce al formaggio, frutta ma anche le  patatine… Insomma tutto ciò che le va e può mangiare alla sua età.

Ho usato il verbo “confessare” perché spesso mi sono sentita, o mi hanno fatta sentire, in forte  disagio per questa mia scelta. Perché? Mi chiedo e chiedo a voi.

Le risposte che ho trovato al riguardo sono tante:

  • tabù sul corpo femminile delle madri,
  • rincorsa ad un’ideale di autonomia che tutti i bambini dovrebbero conquistare il prima possibile,
  • paura della morbosità,
  • disagio per ciò che semplicemente non si conosce.

Perché allatto ancora? Io posso dare solo le mie risposte.

Forse, potrei dire come avrete sentito e letto mille volte, perchè lo consiglia lOMS ovvero l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Il latte deve continuare ad essere parte integrante della dieta durante l’alimentazione complementare e si raccomanda di continuare con l’allattamento al seno fino a due anni ed oltre.” European Commission (2006). Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni. Raccomandazioni standard per l’Unione Europea.

Perché quando ne parlai con il suo pediatra,  alla mia domanda: “Potrei causarle dei problemi di insicurezza o altro tipo di turbe psicologiche che ora mi sfuggono?” Mi rispose con una risata, solo dopo essersi sincerato, ovviamente, che la bambina fosse cresciuta come doveva.

Perché non penso che tutti i bambini (e le mamme!) siano uguali.

Perché non penso che allattare sia scandaloso. Perché non capisco questa pudicizia improvvisa e riscoperta da una società che non ce l’ha quasi su nulla, ma la ostenta sul corpo di una madre. Ed io, essendo timida, non allatto quasi mai in pubblico. Per mia scelta.

Ma la verità è che, fatto salvo il parere del pediatra e del padre della mia bambina, questa è una mia scelta. Anzi nostra: mia e di mia figlia.

La verità (mia!) è che ogni mamma e ogni figlio scelgono come gestire il proprio rapporto.

Perché ho sempre pensato che il modo in cui ognuna di noi sceglie di essere mamma è, nel rispetto di tutti, una questione squisitamente privata. Non sono una mamma migliore perché allatto, né peggiore. Solo una mamma. La sua e basta.

Io continuo perché non mi pesa, perché sono stata fortunata, perché la rende felice. Perché ci rende felici. Per me questa è la risposta. L’unica che conta per quanto ci riguarda. 

E voi quanto avete allattato? E cosa pensate dell’allattamento prolungato?

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