C’è una dimensione dell’amore che soltanto chi è madre, o sta per diventarlo può capire fino in fondo. E’ quella del dono della vita per dare vita. Il che necessariamente non implica finali tragici.
Erica Nigrelli è una gestante del Texas. Abita nel Missouri city, ha 32 anni e conduce, con il marito, una vita tranquilla lavorando come insegnante di inglese in una scuola superiore.
Erica è incinta e tutto procede nella norma, fino ad un giorno di febbraio quando, alla 36 esima settimana di gravidanza, entrando in classe, all’improvviso la donna si sente male. Il marito Nathan, a poche aule di distanza, accorre immediatamente mentre le colleghe tempestivamente attivano i soccorsi.
Coadiuvate dall’infermiera della scuola, l’insegnante di educazione fisica e l’altra maestra accorsa, prendono il defibrillatore, prestano primo soccorso alla donna e chiamano l’ambulanza. Un intervento di primo soccorso che si rivelerà provvidenziale per la vita della giovane mamma e che frutterà un riconoscimento pubblico alle donne.
Ma intanto, arrivati in ospedale, il cuore di Erica si ferma, è tecnicamente morta. I medici provvedono quindi ad effettuarle un cesareo d’urgenza, post-mortem, sebbene la bambina sarebbe dovuta venire alla luce tre settimane più tardi.
Ma cosa è successo alla madre? Erica si scopre soffrire di una cardiomiopatia ipertrofica, una patologia di tipo genetico che non necessariamente riduce la durata della vita, o ha un sostanziale impatto sulla qualità della stessa, ma che andrebbe tenuta sotto controllo per evitare il dramma che Elayna ha sfiorato. Lo stress, infatti, in questo caso causato dalla gravidanza può essere letale quando la patologia non è controllata farmacologicamente.
Alla fine tutto si è risolto per il meglio per la famiglia Nigrelli. La mamma dopo il parto è stata tenuta in osservazione e così la bambina, ma dopo pochi giorni sono tornate a casa.
Erica, in un’intervista alla CNN, ha raccontato che pensa che Dio l’abbia protetta: si ricorda infatti dell’ambulanza e si ricorda una luce. Infine ricorda che i medici le dicevano “Hai il tuo bambino“.
Il papà di Elayna, Nathan ha affermato: “Stiamo bene, abbiamo una bellissima bambina, e mia moglie è tornata quella di prima”.
Una storia che sa di miracolo, ma soprattutto una storia sull’amore di una famiglia che davanti ha ancora tutto un futuro.
E voi unimamme che ne pensate?
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