Quando si parla di aborto i toni tendono a diventare subito molto accesi, ed è ciò che sta avvenendo con la “Legge di Zoe”, un progetto che sta scatenando numerose polemiche in Australia.
Tutto nasce da un caso di cronaca: nel 2009 Brodie Donegan, incinta di 32 settimane, venne investita, e a causa dell’incidente, perse la bambina che teneva in grembo.
Lei e il marito chiesero allora che il responsabile, che aveva fatto uso di droghe mentre era alla guida, fosse accusato anche di omicidio per aver causato la morte della figlia, Zoe appunto.
Tali accuse però non poterono essere mosse perché il feto, in Australia, non è riconosciuto come essere umano, in quanto non ha ancora respirato.
Il leader del Partito Cristiano Democratico, Fred Nile, si è quindi interessato alla vicenda, promuovendo il progetto che porta il nome della bambina, la Legge di Zoe, e che riconoscerebbe dunque i feti di oltre 20 settimane come esseri umani.
La stessa Brodie Donegan, che si dice pro-choice, ossia favorevole alla libera scelta in merito all’aborto, dichiara al giornale “The Guardian” che non si tratta di una legge per accusare qualcuno di omicidio, ma per riconoscere a sua figlia, al feto, la dignità di essere umano, non potendo e non volendo accettare che la perdita della figlia sia paragonabile ad una delle tante ferite che ha riportato nell’incidente.
Molti gruppi di femministe , capitanati dal WELA, la lobby elettorale delle donne australiane, sono contrari all’approvazione della Legge, perchè ritengono che questa potrebbe costituire il primo passo verso la criminalizzazione dell’aborto in Australia.
Staremo a vedere come procederà la questione…ma nel frattempo voi che ne pensate?
Siete con Brodie?
Un feto di 32 settimane può essere considerato un essere umano?
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