Alcool e allattamento: si può o non si può bere?

C’era un tempo in cui le nonne consigliavano alle loro figlie di bere birra, certe che questo semplice escamotage avrebbe incrementato la produzione di latte materno.

Se la saggezza popolare talvolta trova fondamento nella medicina naturale, recenti studi hanno dimostrato come il bere non abbia, in realtà, alcun beneficio sulla produzione di latte, anzi.

Al giorno d’oggi la maggior parte delle mamme sa che l’assunzione di alcolici durante la gravidanza potrebbe causare gravi problemi e disabilità al nascituro.

Ma una volta nato il bambino, quanto tempo bisogna attendere prima di poter godere di un bicchiere di vino?

Se allatto posso bere, senza esagerare?

Domande lecite, anche perché finora nessuna letteratura specifica ha trattato il tema in maniera tanto approfondita da dare una risposta univoca alle neomamme.

Consideriamo diversi fattori, partendo da un fatto di cronaca:  in America una  donna è stata accusata di abbandono di minore dopo essere stata trovata, ubriaca, intenta ad allattare il suo neonato al seno.

Si potrebbe concludere che l’assunzione di alcoolici, nel periodo dell’allattamento, sia tanto dannosa da essere addirittura considerata reato negli USA, tuttavia, non è del tutto vero.

A fare chiarezza ci ha pensato Lori Feldman-Winter , capo della Divisione di medicina dell’adolescente al Cooper University Hospital e membro del Comitato Esecutivo della American Academy of Pediatrics (AAP) Sezione di allattamento al seno, che ha spiegato come non sia raccomandato eccedere nel bere durante l’allattamento, per via del passaggio di alcool che avviene nel latte materno.

Eccedere, appunto.

Perchè tra l’ubriachezza ed un bicchiere di vino c’è una bella differenza, e forse la verità sta proprio nella famosa frase “in media stat virtus”, anche se con qualche accorgimento.

E’ infatti importante sapere che:

  • l’alcool, una volta assunto, impiega circa mezz’ora per “contaminare” il latte materno che cambierà leggermente odore, ed avrà un effetto sedativo sul bambino;
  • gli effetti dell’alcool sul latte hanno una durata variabile tra le tre e le quattro ore, comunque in proporzione alla quantità di alcool assunto. Basterà attendere questo lasso di tempo prima di allattare;
  • la sopportazione fisica dell’alcool, da parte di un soggetto adulto, varia a seconda del peso e della quantità di grasso corporeo;
  • fino ai tre mesi di età il fegato del bambino non è in grado di metabolizzare l’alcool, una volta trascorsi il neonato può elaborare alcool più o meno allo stesso ritmo di un adulto, per cui alcuni esperti pensano che sia saggio non bere alcolici fino a quando il bambino non abbia raggiunto almeno i tre mesi di vita;
  • Il tasso alcolemico (ossia la quantità di alcool per litro di sangue) varia a seconda del fatto se lo si abbia assunto a stomaco vuoto o dopo aver mangiato. Il cibo, infatti, riduce l’assunzione dell’etanolo.

Tutto questo non implica una demonizzazione totale dell’alcool.

Il Dott. Jack Newman, membro del Consiglio Consultivo de La Leche League International, spiega che una quantità ragionevole di alcol non dovrebbe essere del tutto bandita dalle tavole delle neomamme. Vietare ad una neomamma di bere appare come un’altra limitazione alla vita delle donne che allattano, perchè gli effetti dell’alcool sul bambino allattato al seno sono direttamente correlati alla quantità assunta dalla madre. Quando le mamme che allattano bevono occasionalmente o limitano il consumo ad una bevanda al giorno, la quantità di alcol che il bambino riceve non risulta dannosa.

In conclusione, come sempre, la cosa migliore è evitare ogni tipo di eccesso, anche nelle rinunce. E ora, un aperitivo ci sta tutto! 😉

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