E’ notoriamente cosa risaputa che una gravidanza, per essere considerata a termine, deve arrivare alla 38esima settimana. Diciamo poi che fino alle 42esima i tempi sono ancora accettabili, dopodiché la placenta invecchia e il bambino deve nascere se non ha appunto ancora voluto saperne naturalmente. E’ stato calcolato infatti che mediamente la “dolce attesa” dura 280 giorni, facendo i conti dalla data dell’ultima mestruazione fino alla data presunta del parto (solo pochissimi bambini nascono entro il termine, molti, soprattutto se si è alla prima gravidanza nascono dopo).
Ebbene, secondo una ricerca del National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) in Inghilterra, si è in grado di datare il momento esatto in cui una donna rimane incinta analizzando i campioni di urina e isolando i fattori ormonali che determinano la variazione di durata di una gravidanza.
In un gruppo di 125 donne, i ricercatori hanno scoperto che la durata di una gravidanza, dall’ovulazione alla nascita, è di 268 giorni, ovvero 38 settimane e due giorni, anticipando di circa 37 giorni quella che si credeva essere la durata massima. La dottoressa Anne Marie Jukic, ricercatrice alla NIEHS ha dichiarato all’Indipendent, che ha parlato di questa ricerca: “Sappiamo che la durata della gestazione varia da donna a donna, ma questa variazione è stata attribuita a errori di calcolo dell’epoca gestazionale. Le nostre misure della durata della gestazione non includono questi errori e ancora ci sono cinque settimane di differenza. E’ affascinante”.
Ci possono essere quindi motivi differenti per la durata più o meno variabile della gravidanza: per esempio le donne che hanno un figlio in età più matura partoriscono più tardi, così come le donne che al momento della loro nascita pesavano di più rispetto alla media, hanno gravidanze più lunghe.
Tutto ciò a conferma che la famosa ddp è allora solo una stima: potrete avere il vostro bambino quando meno ve lo aspettate! W le sorprese! 🙂
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