«Che cosa ha potuto mangiare un bimbo di 6 mesi per avere un tumore più grande del suo cervello?»
«Che stile di vita ha potuto avere quella bambina di 2 anni morta di leucemia mieloide acuta? E il fratellino morto per tumore al polmone?»
«E tutti gli altri che se ne sono andati in modo drammaticamente prematuro? Se non le mamme con quello che mangiavano in gravidanza, respiravano o preparavano con tanto amore, inconsapevoli che fossero iniezioni di diossina e altri veleni… cosa li ha potuti portare a una morte così precoce?»
«E perché così tanti, perché aumentano, perché sono sempre più precoci?».
Questo si domandano le mamme di Acerra e con loro quelle di gran parte della Campania, una terra in cui i tumori sono figli dei rifiuti tossici ma, ancor più, dell’indifferenza.
Già perché alle domande di queste signore l’unica risposta giunta lascia quantomeno perplessi, se non tristemente stupiti: il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha infatti fatto notare come probabilmente in Campania si mangi male, abitudine che, a quanto pare, si sta però pagando ad un prezzo però un po’ troppo caro.
Per il potere politico il collegamento tra l’incidenza tumorale fuori dal comune e il problema dei rifiuti è ancora tutto da dimostrare ma chissà perché una terra in cui, solo a Napoli e provincia, i codici 048, quelli per l’esenzione del ticket per malattie tumorali, sono passati da 61 a 236 in appena quattro anni? Sicuramente dà da pensare.
Così come incute timore l’appellativo con cui è stata ribattezzata l’area compresa tra Acerra, Nola e Marigliano, il “triangolo della morte”, nome che certo non fa ben sperare chi in queste terre abita giorno dopo giorno e, con pazienza e sacrificio, cerca di far crescere i propri figli.
Qui per i genitori il pensiero, lo scoglio, non è solo garantire l’università o una vita dignitosa alla prole, ma si tratta di una lotta costante per mantenerla in vita:sterilità maschile e aborti spontanei non sono infatti che l’inizio per una comunità che va scomparendo sempre più, schiacciata da mali devastanti che, purtroppo, colpiscono ben prima di poter essere avviati ad un regime alimentare errato, ossia anche sin dai primi mesi.
Solo per fare alcuni nomi:
questi i veleni che serpeggiano oramai con drammatica facilità in questa terra e, inevitabilmente, penetrano nei cibi che da essa germogliano: il generale della Forestale, Sergio Costa, ha testimoniato come sono stati sequestrati grandi quantitativi di verdura dove cadmio, arsenico e piombo erano presenti almeno quanto le vitamine se non di più e dobbiamo allora sperare che il ministro Lorenzin si riferisse a questo quando parlava di cattiva alimentazione perché altrimenti non riusciamo a spiegarci il motivo di una simile affermazione.
Le ecomafie del resto qui l’hanno fatta da padrone ben più dei vari governi, succedutesi senza mai aiutare una terra che moriva sotto i loro occhi.
Così, mentre la popolazione di Acerra marcia con le candele accese per ricordare le vittime dell’indifferenza, c’è fortunatamente chi testimonia la sua esperienza di giornalista in tal senso. Se infatti le alte sfere non vogliono ascoltare certe storie, non vuol dire che non ci sia chi continua a raccontarle: parliamo di Marilena Natale, giornalista di frontiera oramai invisa alla Camorra proprio per il suo incessante narrare le losche vicende dello smistamento dei rifiuti tossici, un traffico che per il malaffare equivale ad un inesauribile bancomat.
Per comprendere cosa accade alla sua terra e ai figli di questa, Marilena è disposta ad ascoltare tutti, a partire da chi in simili affari è stato invischiato per primo: il lavoro della giornalista è infatti partito da Carmine Schiavone, capoclan pentito e pronto, nei vari processi che lo hanno coinvolto, ad indicare luogo per luogo tutti i punti in cui ri rifiuti più pericolosi giacciono oramai da anni. Peccato però che in tali luoghi nessuno sia mai andato a scavare: “Ci dicono che Schiavone è pazzo per le cose che dice – spiega Marilena- ma noi vogliamo avere il beneficio del dubbio. Vogliamo scegliere un luogo indicato da Schiavone, fare dei carotaggi. E se poi escono i rifiuti o le scorie nucleari? […] Ovviamente adesso dobbiamo verificare tutto quello che dice Schiavone. L’unica cosa certa per il momento è che noi stiamo morendo tutti.”
Qualche luogo però adesso inizia ad essere esplorato e ciò che esce era tristemente prevedibile: la diossina è una sorta di ingrediente principale e pensare che Casal di Principe è solo il primo dei terreni da analizzare.
Un’altro immischiato, Gaetano Vasello, considerato l’ideatore di simili ignobili tecniche di smaltimento dei rifiuti, ha raccontato come nel corso degli anni il business, passato per la corruzione di funzionari governativi e regionali, sia stato fiorente ed esteso.
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