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Categoria News

Giovani che possono cambiare il mondo: i premiati a Google Science Fair

Published by
Michele

Piccoli geni, giovani tra i 13 e i 18 anni che hanno avuto la possibilità (che troppo spesso manca) di portare avanti dei progetti destinati a dare una svolta alla vita di molte persone.

Era questo il fine del concorso “Google Science Fair”, competizione di idee rivolta a scienziati in erba di tutto il mondo, che nell’edizione 2013 si è concluso il 23 settembre in California, con quattro idee straordinarie.

Eric Chen, 17 anni, il più grande, ha messo a punto un sistema per verificare, tra migliaia di potenziali farmaci, quale sia il più efficace contro le influenze. Il tutto tramite il computer.

E chissà, magari se la sua invenzione fosse arrivata solo qualche anno fa, quante vittime in meno avrebbero mietuto le pandemie a cui abbiamo assistito. “L’influenza non è un virus benigno: uccide le persone- ha dichiarato Chen a FoxNews – e rappresenta un potenziale killer per un sacco di gente”.

Ann Makosinksi, 15 anni, canadese, ha vinto invece il premio per la fascia di età 15-16 anni. La sua invenzione consiste in una torcia alimentata dal solo calore prodotto dalla mano.

Viney Kumar, 14 anni, australiana, ha messo a punto un’applicazione per smart phone che segnala i veicoli di emergenza situati nei dintorni.

Infine tra i sedicenni, l’idea vincitrice è stata quella del turco Elif Bilgin, che ha messo a punto una tecnica per produrre bioplastica dalla buccia delle banane.

Ogni vincitore ha ricevuto premi da Google e ai suoi partner:

  • CERN,
  • LEGO,
  • National Geographic
  • Scientific American.

Il concorso, giunto alla sua terza edizione, viene ricordato anche per l’invenzione di Brittany Wenger, la ragazza che ha ideato un‘app che aiuta la diagnosi del tumore al seno.

La competizione è aperta per l’edizione 2014.  Per i termini di partecipazione basta visitare il sito del GSF (Google Science Fair).

Segno evidente di come i giovani di questa generazione, non siano “bamboccioni”, quanto piuttosto ragazzi concreti, ma sfiduciati dalla mancanza di reali possibilità.

Bravi genitori! E naturalmente…grandi i ragazzi!!!

Michele

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