C’è chi un simile momento forse non lo vivrà mai, ma queste storie servono anche a loro: a quei genitori che non vogliono mettere via la speranza, che non intendono smettere di lottare, che vivono l’inesauribile tenacia come un dovere, che sognano un giorno di sentir squillare il telefono e commuoversi subito dopo aver risposto.
Perché vivere una tragedia come la scomparsa di un figlio non è un dramma che si esaurisce nel momento del distacco. Il panico è solo la prima fase di un calvario ben più lungo: angosce, speranze disattese, una rassegnazione sempr e più minacciosa e le frasi fatte di quelle persone che non sanno come rendersi utili. Perdere un figlio è solo il principio.
La madre ungherese protagonista di questa storia conosce bene tutte queste fasi ma, per sua fortuna, ne conosce anche altre, ben più rare e simili al miracolo.
Tutto iniziò il 25 novembre 2004 quando la madre vide uscire i figli in compagnia dell’ex marito il quale, così come aveva prescritto il giudice, poteva regolarmente vedere i bambini. Ingrid, che quel giorno compiva otto anni, certo non sapeva che per lei e il fratellino di tre anni e mezzo, stava iniziando una storia alquanto complessa.
I piccoli infatti non fecero mai ritorno a casa. Nonostante i ripetuti appelli della madre, fatti anche attraverso i social network che andavano sempre più diffondendosi, quei due fratellini sembrarono essersi dissolti nel nulla, almeno fino a qualche giorno fa.
In Paraguay infatti la polizia è intervenuta per un motociclista morto in un incidente stradale: l’uomo aveva due figli, una ragazza di 17 anni e un maschio di 13. Qualche cosa però non torna. I documenti dei due minori infatti appaiono strani e così, scavando e scavando ancora, si giunge ad identificarli: sono i due bambini rapiti ben nove anni or sono dal padre, quelli della signora ungherese che non aveva mai smesso di far sentire la propria voce.
Inutile provare a descrivere la gioia della madre: certo, i figli hanno vissuto per anni in un Paese diverso e con il padre, dovranno fare un lungo percorso di adattamento ma adesso la donna ha una nuova inattesa occasione, quella che in pochi riescono ad afferrare ma che tutti sognano.
Per questa volta è valso il proverbio…finche c’è vita c’è speranza! 🙂
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