Il 10 ottobre è nata Sole, la figlia che Michelle Hunziker ha avuto da Tomaso Trussardi e il 14, cioè solo dopo quattro giorni, la showgirl era di nuovo dietro al bancone di Striscia La Notizia.
La scelta della Hunziker di tornare al lavoro così presto ha ovviamente scatenato delle polemiche, con il rischio che molte donne possano, estremizzando, vedersi tolti quei diritti che hanno faticosamente guadagnato sul posto di lavoro.
La maternità in Italia, ormai lo sappiamo, non è per nulla tutelata e i cinque mesi lontano dagli obblighi professionali (due prima del parto e tre dopo) sono sacrosanti se una donna ha un lavoro dipendente. Perché diventare madri non è una passeggiata: spesso però, ancora oggi, sono i datori di lavoro a non rendersene conto escludendo le donne che rimangono incinte appigliandosi a contratti sempre più precari. La Hunziker, così come Belen prima di lei, rischia di dare un messaggio sbagliato, perché se ci riesce lei, allora ci può riuscire chiunque abbia avuto una gravidanza e un parto nella norma.
La Hunziker ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha dichiarato che se avesse avuto un mestiere normale di 8 ore al giorno non sarebbe tornata, ma Striscia la Notizia per lei è un divertimento:
“Esco di casa verso le 17.30, arrivo in redazione alle 18, vedo servizi e notizie della giornata, vado al doppiaggio, poi in sala trucco, infine in onda. Prima di uscire di casa dò la poppata alla bimba, poi come tantissime mamme mi tiro il latte e il biberon verso le otto glielo dà Tomaso, o Aurora, o la tata. Rientro verso le nove e mezza o le dieci, pronta per la nuova poppata. Questo è tutto”.
Lei è una donna privilegiata: non ha pensieri economici e può appunto permettersi di tornare al lavoro “per divertimento”. Ci sonoinvece donne che la maternità non l’hanno potuta fare non per scelta, ma perché altrimenti non avrebbero guadagnato: io stessa sono tornata al lavoro dopo un mese dal parto. Senza contare che magari fisicamente una donna può star bene, ma quando è in condizioni normali, cioè
il cambiamento è davvero ancora più sconvolgente. I primi mesi non si dorme quasi niente, senza contare che si hanno le perdite di sangue del post partum e per tre settimane si portano i pannoloni (li porta anche la Hunziker, anche lei è umana in fondo).
Va bene, la maternità non è una malattia, però è un periodo delicato per una donna ed è difficile comunque non fare confronti. Oggi ci si sente obbligate ad essere subito in forma e a continuare la stessa vita di prima, però non si può. Non si può prendere esempio dalle donne dello spettacolo, perché quel mondo lì non è quello reale.
Non penso che la Hunziker o Belen siano delle supermamme: per me le supermamme siamo noi. Le donne che incrociamo per strada, la nostra vicina, quella che vedi alla fermata dell’autobus. Donne stanche, magari con i capelli in disordine, che preparano la cena ogni giorno, che lavano e stirano ogni giorno, che vanno a prendere i figli a scuola e li curano quando sono malati. Che insomma fanno i salti mortali per conciliare lavoro e maternità con giornate infinite. E senza nessuno che dedichi loro un articolo sul giornale.
E voi unimamme vi sentite delle supermamme?
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