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Categoria Salute e benessere bambini

Un calciatore fa emozionare un bambino autistico

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Valentina Colmi

Il giorno è uno di quelli speciali: la qualificazione ai Mondiali di calcio del 2016 in Brasile.

In campo ci sono la nazionale svedese e quella tedesca. Finirà 5 a 3 per la Germania, ma per una volta non è il risultato a far parlare. La notizia che ha fatto il giro del mondo è in realtà una foto: un calciatore della Svezia, Kim Kallstrom rassicura il piccolo Max, un bambino di 8 anni affetto dalla sindrome di William, che causa comportamenti autistici, evidentemente spaventato.

Max, così come i 22 bambini che sono scesi in campo per fare da mascotte alla partita, non riesce a mantenere la concentrazione per molto tempo e soffre di nervosismo, non sopporta i rumori e pertanto trovarsi in uno stadio davanti a quasi 50 mila persone lo terrorizzava. Il giocatore invece lo ha calmato e gli ha fatto godere di un’esperienza che altrimenti il bambino avrebbe vissuto male.

Il papà del bambino, Emil, ha scritto a Kallstrom ringraziandolo per essere stato gentile con il figlio:

Grazie al tuo comportamento mio figlio è riuscito a provare le stesse emozioni degli altri: orgoglio e la sensazione di essere speciale. Ti sto scrivendo perché non sono del tutto sicuro che tu abbia capito quello che hai fatto per noi. Martedì Max è riuscito a fare qualcosa di speciale: mantenere la concentrazione per 15 minuti senza alcun accenno di nervosismo“.

Queste righe poi condivise su Facebook  hanno avuto più di 17mila volte e hanno raccolto quasi 100mila “mi piace”. Anche il giocatore ha risposto alle parole di questo padre, come riporta il sito eurosport: “Sicuramente sono molto contento che il padre di Max abbia apprezzato il modo in cui ho agito. Ma la cosa che mi rende più felice di tutte è che, nonostante Max fosse un pochino nervoso quando ci siamo avvicinati, stiamo stati in grado di fargli vivere un’esperienza molto positiva“.

A testimonianza che non tutti i calciatori sono interessati solo al denaro e non sono sensibili alla sofferenza altrui.

Cosa ne pensate unimamme?

Valentina Colmi

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