Vi siete mai seriamente interrogati sui versi degli animali?
Soprattutto all’inizio, quando i vostri bambini cominciano a parlare, li scopriamo affascinati a osservare figurine di cani, cavalli, galline e micetti associando a ciascuno un suono diverso.
“Come fa il cagnolino?“, oppure “come fa il pulcino?” sono domande riccorrenti quando il vostro piccolo tenta di esprimersi in modo ancora incerto.
Stabilito quindi che a casa nostra il cane fa bau e la gallina coccodé, perché invece, in altre lingue, gli stessi versi sono riprodotti con “woof” (in inglese) e “kirikiri” (in spagnolo)?
Sembra quasi che anche gli animali abbiano un linguaggio loro (e in parte è vero), che come quello umano viene diversificato nei differenti paesi di appartenenza.
Un aspetto molto buffo, se vogliamo.
Di questo si è accorto un ventiquattrenne inglese, un certo James Chapman, che ha voluto rendere attaverso dei fumetti e con un tocco di umorismo, la contraddizione insita.
Nelle sue divertenti vignette, ad esempio, vediamo cani di paesi diversi a confronto:
- il chiwawa spagnolo fa gnau
- un bulldog tedesco blatera bauf
- un pechinese giapponese fa wan
- un dalmata rumeno ham
- un indonesiano guk.
Non va meglio tra topolini, tanto che vien da chiedersi come interagirebbero un ratto svedese e uno ungherese. Guardate qui:
- il topo tipico svedese fa pip pip
- il topino italiano squit
- il topo giapponese chuu
- il topo cinese (attenzione al dialetto mandarino) zi.
Vi stupirà poi sapere che i maiali non si limitano a grugnire, come pensiamo noi stolti umani, anche loro hanno qualcosa da dire.
- in Albania dicono hunk
- in tedesco grunz
- in giapponese buu
- in inglese oink.
Come potrete subito facilmente notare la vecchia fattoria degli animali non è niente al confronto di questa babele, tanto che sarebbe molto bello vedere riuniti tanti bimbi di paesi diversi intenti a imitare, seri seri, i versi di riferimento dei loro animali.
Ci sarebbe da ridere, non pensate anche voi? 🙂