Subire una violenza è già di per sé una cosa aberrante. Eppure ancora oggi, nonostante la legge contro il femminicidio e l’approvazione della normativa contro lo stalking, solo il 7% delle donne vittime della brutalità di un uomo decide di denunciare (e il 34% non racconta nulla, nemmeno ai famigliari e agli amici).
Come riporta Repubblica.it è’ il triste resoconto della ricerca promossa da Intervita Onlus in collaborazione con Istat, Cnr e ‘università Bocconi.
“Quanto vale il silenzio?”, questo il titolo del lavoro svolto, ha portato a galla una serie di dati sconvolgenti: circa ogni 26 minuti una donna subisce violenza (da uno schiaffo all’uccisione) e questo porta con sé una serie di conseguenze che riguardano la vittima, ma anche la società.
Quando una donna sopravvive, spesso può non ritornare al lavoro per un certo periodo, senza contare le ingenti spese mediche e psicologiche che deve affrontare:
A questi costi si aggiungono:
La cifra di queste violenze taciute ammonta alla cifra record di 16,7 miliardi euro. Una somma enorme che deve incentivare le donne a denunciare quegli uomini che fanno loro del male, ma soprattutto a tutelarle: quante volte si è sentito nella cronaca nera di uomini già denunciati e comunque liberi di agire come volevano?
E soprattutto, ricordatevelo: se un uomo vi picchia, non è amore. Come dice Luciana Littizzetto nel suo monologo contro la violenza sulla donne:
“Un uomo che ci mena, non ci ama. Mettiamocelo in testa, salviamo nell’hard disk. Vogliamo credere che ci ami? Bene, allora ci ama male. Non è questo l’amore. Un uomo che ci picchia è uno str0nzo.
L’amore riempie il cuore, non rompe le costole. Non abbiamo 7 vite come i gatti. Ne abbiamo solo una. Non buttiamola via”.
Diverse sono fortunatamente le iniziative contro la violenza sulle donne, una delle ultime è uno spot intitolato “La violenza non si cancella: fermati” realizzato da SVS-Donna aiuta Donna (SVSDAD) onlus grazie anche ai finanziamenti della regione Lombardia, del Comune di Milano e di Adei Wizo (Associazione donne ebree d’Italia). La novità di tale spot è che sposta l’attenzione sul violento e non sulla vittima, offrendogli la possibilità di fermarsi appunto. Nello spot vengono infatti comunicati due numeri contattabili per poter chiedere aiuto, per poter fare un cambiamento… speriamo!
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