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Categoria News

Bentornato a casa caro! Racconto a fumetti di un ricovero in ospedale…

Published by
Maria Sole Bosaia

Bentornato a casa caro!”

 

A volte anche le brutte avventure possono avere un risvolto divertente.

Questo è quanto accaduto a Ryan Robson finito in ospedale dopo essersi preso un virus in seguito a un cattivo pasto in un ristorante.

Inizialmente Ryan pensava che si trattasse di una cosa da poco, invece la faccenda si è dimostrata molto più complessa di quanto immaginava, trasformandosi in una lunga settimana di permanenza in ospedale.

Lo sfortunato Ryan ha un disordine che ne fiacca il sistema immunitario, il che spiega come mai il virus contratto si sia rivelato così minaccioso per il suo organismo.

La situazione è degenerata a tal punto che Ryan ha avuto un crollo quando gli hanno detto che non poteva lasciare l’ospedale.

Per fortuna Ryan ha avuto una moglie e figlie a sostenerlo durante la degenza. La sua famiglia ha tentato di tenerlo allegro raccontandogli storielle come quella della figlia che non voleva entrare nella stanza del padre. “Forse era spaventata dall’ambiente e da tutti i macchinari che mi circondavano, non volevo che conservasse un ricordo così brutto della vicenda” ha ammesso Ryan preoccupato.

Quando però la piccola gli ha annunciato che lui avrebbe avuto un bambino, perché è questo che nel suo immaginario fanno gli ospedali, tutti si sono sentiti un po’ più sollevati e hanno riso insieme.

Quando finalmente Rayan è tornato a casa è rimasto molto commosso dal gesto della moglie, che gli ha dedicato un divertentissimo fumetto in cui narra in modo scherzoso e leggero la sua avventura in ospedale, dal ricovero passando per la lunga degenza fino al momento del ritorno a casa, sottolineando quanto lui sia mancato a tutta la famiglia. Eccolo:

 

Sei rimasto in ospedale per un tempo che mi è sembrato infinito.

 

Infermiera: Buongiorno Signor Robson, sono la sua infermiera, posso infilarle degli aghi e riempirle il corpo di fili?

Ryan: uhm veramente preferirei di no…

E così sei stato pungolato, legato e incapsulato per bene…

Infermiera Non mi importa per niente.

 

Ho tenuto la tua mano, ero molto preoccupata.

 

Ero così seria con la pettinatura a crocchia, mi chiedevi cosa stessi facendo: prendevo appunti, osservavo la città, tu continuavi a fare “beep”.

 

McDonald’s era un’oasi nel deserto.

Io (la moglie): oh sì, evviva sì!!

Tu dormivi nella tua nuova stanza, mentre io mangiavo una colazione di fortuna, alla fine mi addormentavo anch’io.

 

E’ ora giovedì e sei lì da 4 giorni, da quattro lunghi giorni.

Figlia: quando torna a casa papà?

Figlia piccola: papà!!!

 

Lentamente ma con sicurezza la tua salute è migliorata. Sono venuta a farti visita spesso, come una sorta di brevi appuntamenti.

 

Anche le bambine sono venute a trovarti.

Ryan: ciao Sam

Sam: No!!

Sam: Stai per avere un bambino!

Ed è stato divertente.

 

Le notti erano tranquille e l’ora di andare a dormire, a dispetto delle apparenze, molto solitaria.

 

So che anche tu ti sentivi solo.

 

 

 

Venerdì.

Hai chiamato per avvertire che finalmente ti lasciavano uscire

Ryan: torno a casa!

Moglie: davvero?!Evviva!!

 

E non sto più nella pelle all’idea di vederti. 

 

E voi care mamme sapreste fare altrettanto per il vostro compagno o il vostro bambino? 🙂

Dopotutto basta solo un po’ di carta, una penna e tanta fantasia per vedere quello che ci succede da un altro punto di vista. 😉

Maria Sole Bosaia

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