Famiglie spezzate in Siria, il rapporto Unhcr

La situazione dei bambini in Siria è sempre più drammatica.

Secondo il rapporto UNHCR (L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati):

  • centinaia di migliaia di bambini non vanno a scuola,
  • migliaia sono rimasti senza genitori e abbandonati a se stessi,
  • molti altri vengono mandati a lavorare fin dai sette anni di età.

Una intera generazione verso la catastrofe, questo lo scenario descritto nel rapporto intitolato ‘Fractured families’, famiglie spezzate.

Più di 70.000 famiglie siriane rifugiate vivono senza padre.

 

madre con chador e neonato tra le braccia, in situazione di miseria

Giovane madre attraversa il confine dalla Syria e diventa una rifugiata. Ha con sè la figlia Hamid, un mese. ‘Da quando è nata non hanno mai smesso di bombardare’.

 

Sono 3700 i rifugiati bambini non accompagnati dai genitori. In Giordania, quasi un rifugiato su due vive dei proventi del lavoro di un bambino.

 

bambini al lavoro in campo profughi

Bambini al lavoro nel campo profughi Za’tari, in Giordania.

 

Il 29% dei rifugiati intervistati dall’UNHCR esce dalla propria abitazione una volta a settimana o meno, spesso si tratta di appartamenti affollati o rifugi improvvisati

 

bambini in casa molto povera

Questi bambini vivono in un piccolo appartamento in cui il solo svago è la tv.

 

Più di 1000 bambini nel campo Za’tari sono stati curati per ferite di guerra.

 

bambine con un adonna in situazione di miseria

Madre mostra le ferite su volto della figlia, picchiata da un vicino.

 

In Libano è stato stimato che 200 mila bambini rifugiati in età scolare potrebbero rimanere fuori da scuola entro la fine dell’anno.

 

bambina con bambola improvvisata in campo profughi

Noura, 7 anni: ‘Ho lasciato la mia bambola in Syria quando siamo venuti in Libano, così mio papà me ne ha fatta una con un pezzo di legno e io l’ho vestita. Mi piace la mia nuova bambola, ma mi mancano tutti i giochi lasciati in Syria e tutti i miei amici.’

 

Riprendendo una frase di Nelson Mandela, “Non ci può essere una rivelazione più profonda dell’anima di una società, del modo in cui tratta i suoi bambini“, viene spontaneo riflettere e sentirci in parte responsabili dei figli della Siria, e quindi raccontare le loro storie, far conoscere la loro situazione è un piccolo modo per aiutarli

La cosa migliore è sicuramente donare a favore dell’UNHCR che si sta veramente dedicando a loro, cliccate qui per farlo.

E se proprio non potete, diffondete la notizia e chiedete ad altri di farlo. Ognuno può fare qualcosa per questi bambini!

 

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