Provengo da una famiglia in cui il risparmio è una questione di vita. I miei nonni, che vivono di pensione, hanno vissuto i tempi della guerra, quando non c’era niente da mangiare e in più dovevano privarsi di quel poco che avevano per darlo ai fratelli minori. Perciò, sanno cosa vuol dire soffrire e mettere sotto il materasso ogni centesimo per poter sperare di avere una vita migliore. Hanno l’abitudine di risparmiare e questa cosa l’hanno trasmessa a mia madre, che secondo me è la regina della finanza creativa.
Io? Io diciamo che sono una via di mezzo. Non sono per il risparmio estremo – per dire: se trovo un maglione che mi piace e non costa 5 euro ma neanche una cifra esagerata , lo compro – non mi faccio molti problemi. Certo, penso di conoscere il valore dei soldi e se so che non posso spendere, soprattutto ora che ho una figlia, preferisco risparmiare oppure comprare qualcosa per lei.
Evidentemente molti nostri connazionali pensano al futuro dei propri figli e, essendoci la crisi, quale regalo migliore se non un libretto di risparmio? Secondo quanto riportato da adnkronos, infatti, quest‘anno i bambini si troveranno sotto l’albero qualche giocattolo in meno e un libretto al portatore in più. Si tratta insomma di una forma di investimento per il futuro che, almeno per le nuove generazioni, sembra sempre più incerto.
Se un gruzzolo non si riesce a metterlo via da soli per colpa della mancanza di lavoro, ci pensano fin da quando i figli sono piccoli, i genitori. Un po’ come succede negli Stati Uniti in cui si provvedere a creare un fondo per gli studi universitari, anche se la prole va all’asilo.
Francamente per Paola non ci ho ancora pensato, ma potrebbe essere un regalo alternativo per i Natali che verranno. O no?
E voi unimamme che cosa ne pensate?