“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano di spiegargli tutto ogni volta“. Diceva così Antoine de Saint – Exupéry ne Il piccolo principe. Peccato che, spesso, quando si diventa grandi ci si dimentica della saggezza che si aveva da piccoli. Anzi, ci si dimentica proprio dei bambini.
Non sono solo infatti i bambini italiani a soffrire perché poveri, ma anche i bambini di tutti il mondo (purtroppo). Secondo un recente rapporto dell’UNICEF – riportato dal sito theatlantic.com – quasi 229 milioni (!) di bambini sul nostro pianeta non esistono. Non esistono perché al momento della nascita non vengono registrati e ciò può dare origine a tutta una serie di soprusi ed abusi che le spalle di un bambino non dovrebbe mai sopportare:
- diventare ad esempio bambini soldato,
- diventare spose a 10 anni
- essere impiegati nella guerriglia,
- lavorare per 12 ore al giorno.
Senza un’identità il loro unico nome è nessuno.
Questo è un problema particolare soprattutto per l‘India, in cui 71 milioni di bambini sotto i cinque anni non hanno i documenti, anche se al momento della nascita circa il 41% viene registrato.
Peggiore è la situazione in Somalia, dove invece solo il 3% dei venuti al mondo viene iscritto in un registro, mentre ben il 97% non compare da nessuna parte. Si tratta di zone povere e sicuramente senza mezzi, ma queste non sono le uniche cause.
In Papua Nuova Guinea, ad esempio, esiste un unico registro per sette milioni di persone divise su una superficie di 460,000 km, incluse 600 isole.
L’UNICEF, per cercare di provare ad arginare il problema, ha elaborato un sistema mobile chiamato RapidSMS per cercare di trovare i bambini che non hanno documenti, per ora sperimentato in Kosowo.
Per dovere di cronaca, ecco i paesi con la minor percentuale di registro delle nascite:
- Somalia (3% )
- Liberia (4%)
- Ethiopia (4%)
- Zambia (14%)
- United Republic of Tanzania (16%)
- Chad (16%)
- Yemen (17%)
- Guinea Bissau (24%)
- Pakistan (27%)
- Democratic Republic of the Congo (28%)
Poveri bimbi…