Si parla sempre si contraccezione femminile e assai poco di quella maschile, i cui studi e ricerche sono indietro di decenni rispetto a quelli sulle donne.
Si possono individuare diverse colpe per questa arretratezza:
- uomini poco propensi alla disciplina e al rispetto delle scadenze
- uomini che sospettano la manipolazione del desiderio, prestazioni, ecc…
- fisiologia maschile difficile da fermare al momento giusto
- atteggiamento delle case farmaceutiche
Il dibattito è molto acceso, come riporta anche D di Repubblica, soprattutto Oltralpe dove si aspira a nuovi metodi per la contraccezione maschile in virtù delle seguenti motivazioni:
- insofferenza per la paura nei confronti della fertilità maschile
- ricerca di un tipo di mascolinità più accogliente
- maggior consapevolezza per una paternità più responsabile.
In Francia i risultati sono sorprendenti, secondo Planning Familial e Ardecom (Associazione per la ricerca e sviluppo della contraccezione maschile):
- il 61% dei maschi francesi sarebbe favorevole al “pillolo”
In Italia invece la situazione è completamente capovolta, anche se non disperata:
- tra i giovani il 60% è sfavorevole al pillolo.
Come dichiara il sessuologo e psichiatra Marco Rossi, in Italia una cosa simile costituirebbe un cambiamento epocale: “una medicina così andrebbe a cambiare l’approccio consolidato alla sessualità: i figli li fanno le donne, ed è una grande comodità per l’uomo, che non sa accettare i mutamenti del corpo neanche se finalizzati, che è in balia di una virilità messa a rischio persino da un soffio di vento”.
In sostanza gli studi sulla contraccezione maschile si stanno concentrando su alcuni punti specifici:
- studi di farmaci ormonali
- studi di farmaci non ormonali
Tra i farmaci ormonali:
- composti a base di testosterone e progestinico somministrati in pillole, cerotti, iniezioni, ecc…
- non ci sono stati particolari effetti collaterali
Ecco quindi un ventaglio di studi e ricerche che vedono spiccare un dottore indiano: Sujoy Kumar Guha, padre della Risug, ovvero la vasectomia reversibile, possibile grazie a polimeri iniettati nel vaso deferente.
Ora la Parsemus Fondation l’ha rimodernata, resa biocompatibile, ribattezzata Vasalgel e vorrebbe metterla in commercio nel 2015.
Ci sono poi anche:
- Adjudin e H2 Gamendazole: antitumorali che inducono il rilascio di spermatozoi immaturi
- Molecola JQ-1: interrompe la spermatogenesi nei tubuli seminiferi
- Cleen Sheet Pill: consente l’orgasmo ma blocca l’eiaculazione
- Gandarusin A: rallenterebbe l’abilità dello spermatozoo di penetrare l’avulo
- Ultrasuoni: basterebbero due sessioni ogni tot mesi
- Slip chauffant: mutanda anni 80′ che riscalda i testicoli inibendo la produzione di spermatozoi
Sostenendo queste ricerche anche le donne potrebbero dare il proprio contributo alla causa e voi papà cosa ne pensate? Prendereste il pillolo?