Fundraising: “è una espressione inglese che non è traducibile semplicemente in raccolta fondi. “To raise” ha il senso di far crescere, coltivare, sorgere, ossia di sviluppare i fondi necessari a sostenere un’azione senza finalità di lucro.
Il fund raising trova le sue origini nell’azione delle organizzazioni non profit, quelle organizzazioni che hanno l’obbligo di non destinare i propri utili ai soci, ma di reinvestirli per lo sviluppo delle proprie finalità sociali. Tuttavia attualmente la raccolta fondi viene praticata anche da enti e servizi pubblici e da aziende che promuovono iniziative a scopo sociale”.
Si aprono nuove frontiere nel mondo del fundraising, arriva infatti Itineris – Dona Chiaro: una “stazione digitale” per raccogliere donazioni dirette attraverso pagamento in contanti o carte di credito.
Si tratta infatti di vere e proprie stazioni, simili al bancomat ed esiste anche una versione “mobile“, una sorta di scatola.
Ma come funziona? Tramite le stazioni sarà possibile:
restare in contatto con il progetto che si sceglie di sostenere.
“Oltre alla funzione “pratica” – ha affermato Giacomo Tirillò (Ceo di Itineris Italia) – di raccogliere donazioni in modo sicuro, diretto ed efficiente, Itineris – Dona Chiaro è anche un “presidio di comunicazione” della non profit. Attraverso la macchina, infatti, la non profit può erogare informazioni su attività e progetti, comunicare campagne di attivazione, unire insomma al fundraising anche funzioni di engagement del donatore”.
L’iniziativa è stata lanciata in occasione degli Stati Generali del volontariato in Sanità a Milano ed ha riscosso subito un grande successo. La grande innovazione e comodità delle colonnine – stazione di Itineris risiede nel fatto che possono essere posizionate in luoghi pubblici e quindi raggiungere un gran numero di persone. All’insegna della chiarezza e della legalità, Itineris rilascia al donatore uno scontrino valido a fini fiscali e permette lui di inserire i propri dati per essere aggiornato sui progressi e le attività della Onlus.
“Le ricerche evidenziano – ha continuato Tirillò – come il donatore oggi abbia bisogno di trasparenza, di tracciabilità, ma anche di canali che rendano semplice e immediato l’atto del donare. Da parte loro, le non profit hanno bisogno di “arricchire” il momento della donazione, far sì che non sia un atto fine a se stesso, ma che sia l’inizio di un percorso, e anche un modo per ingaggiare il donatore sui propri progetti, le proprie attività”.
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