Chi l’avrebbe detto che giocare al dottore fa crescere bene?
Così è stato detto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e anche dal Federal Centre for Health Education di Colonia in un documento apposito. Queste due istituzioni infatti consigliano ai genitori, troppo apprensivi, di non reprimere in alcun modo i bimbi che sperimentano e scoprono nuove parti del corpo, anche le più intime.
Il documento dell’OMS Europa ha, in allegato, delle semplici schede riassuntive nelle quali vengono elencate tutte le cose da dire ai bimbi e anche la metodologia, il tutto per garantire un miglioramento della salute sessuale, ovvero far crescere i ragazzi con un atteggiamento positivo, sano e responsabile. Tutto quello che serve è un’informazione scientificamente corretta, con la giusta terminologia, della quale abbiamo già parlato, e il giusto avvicinamento all’argomento sesso, senza remora o imbarazzo.
L’OMS ha diviso per età le argomentazioni da trattare con i bimbi:
1 anno: si inizia con la scoperta dei cinque sensi;
2-3 anni: inizia l’esplorazione del proprio corpo, tanti sono, infatti, i bambini, che fin dall’asilo giocano con il proprio sesso;
4-6 anni: la curiosità spinge anche ad esplorare il corpo dei compagni di sesso opposto e cominciano i giochi a sfondo sessuale, proprio come il famoso gioco del dottore. È proprio in questa fase che è di primaria importanza l’educazione impartita dai genitori e degli educatori;
6 – 9 anni: nascono i primi sentimenti e si inizia a provare imbarazzo e vergogna. Questa, sempre secondo l’OMS, è l’età giusta in cui i bimbi devono essere informati su temi molto delicati quali
- le eiaculazioni
- le mestruazioni
- le malattie collegate alla sessualità
- il sesso sano
- i metodi contraccettivi
cercando di far capire loro l’importanza di una sessualità condivisa, consensuale e paritaria, dove nessuno comanda. I bambini devono sapere che c’è un’età giusta per vivere il sesso e soprattutto in modo pulito e voluto, età che, chiaramente, non è la loro e che quindi loro devono essere in grado, eventualmente, di rifiutare un’esperienza sessuale non voluta o ritenuta prematura rispetto alla loro età.
12 anni: ribadire e ampliare le informazioni riguardo la contraccezione e far conoscere i risvolti di una maternità o paternità non voluta. È questa anche l’età in ci si può parlare apertamente, senza alcun tabù, degli orientamenti sessuali.
15 anni: si iniziano a vivere sentimenti più profondi, e il documento dell’OMS invita gli educatori e i genitori ad aiutarli a sviluppare maggiori consapevolezze sulla ricerca di una “relazione equilibrata”, cioè a imparare a gestire l’innamoramento ed altre emozioni forti, come
- il tradimento,
- la gelosia,
- le delusioni, di cui inevitabilmente cadranno vittima.
Se tutto ciò può inizialmente spaventarci deve, in realtà, aiutarci a vivere e a superare qualsiasi imbarazzo nel parlare di sessualità e di piacere con i minori, poiché il giusto approccio e il dialogo sono presupposti necessari perché i bimbi da adulti possano vivere la loro sessualità in modo responsabile e soddisfacente.
Questo, chiaramente, è quello che sostengono gli specialisti circa la sessualità in età pediatrica, ma, l’argomento è sicuramente complesso e a noi mamme sembra del tutto fuori luogo poter parlare di sesso con i nostri bimbi in questi termini. L’imbarazzo e la vergogna ci inibiscono, per cui, magari, confidiamo che, dopo quanto consigliato dall’OMS, le istituzioni scolastiche possano aiutarci ad affrontare uno step molto arduo da superare: la sessualità.
E voi, che ne pensate?