Come risolvere la disoccupazione giovanile?
Mentre luminari, imprenditori, educatori, politici riflettono sulla grande domanda di questi ultimi anni, ecco una bella storia che dimostra come intraprendenza, coraggio, sacrificio e un po’ di fortuna possano premiare…ma all’estero.
Simone Speggiorin, 36 anni, di origine veneta, è il più giovane primario del Regno Unito. Simone è uno di quelli che ce l’hanno fatta, uno che all’estero ha trovato riconoscimento e sostegno nel suo percorso professionale.
Conclusa la specializzazione in cardiochirurgia pediatrica presso l’Università di Padova Simone, dopo aver avuto un assaggio della situazione italiana, difficile anche per una laurea “forte” e apparentemente sicura come la medicina, ha fatto i bagagli ed è partito!
“Anche se tu vuoi fare esperienza, non te la lasciano fare. Poi ti assumono ma non ti affidano pazienti, non vai a fare operazioni da solo, fino a 45 anni fai l’assistente del professore, decide lui per te e prima di te, in coda, ci sono tanti altri dottori che da anni aspirano a un posto“ con queste poche parole Simone riassume perfettamente il decennale immobilismo italiano a cui lui, nel suo piccolo, ha detto no.
Simone Speggiorin però è un giovanotto avveduto che, prima di spiccare il volo, si è preparato per bene. In previsione di un lavoro all’estero si è messo d’impegno per migliorare l’inglese a forza di film in lingua originale e tanto esercizio.
Dopo tre anni a Londra, in cui ha avuto modo di fare tanta pratica, Simone
Ovviamente siamo anni luce dall’Italia in cui è il professore ad agire in autonomia e decidere tutto.
Per il tirocinio decide di recarsi in India, a Bangalore, dove opera bambini affetti da malformazioni al cuore. “Operavo dai 3 ai 5 casi al giorno, sei giorni su sette” aggiunge Simone orgolioso.
A questo punto, terminati i vari iter accademici gli si spalancano due opportunità:
Lui, per rimanere vicino alla famiglia sceglie il primo.
Oggi Simone prosegue nella cura delle malformazioni cardiache dei bambini, con speciale attenzione ai piccoli di Mumbay, grazie a una charity che finanzia per metà gli interventi.
Nel 2010, a 34 anni, era nell’equipe che ha effettuato il primo trapianto di trachea al mondo su un bimbo, utilizzando le cellule staminali.
Simone però non ha voglia di fermarsi qui e sta sviluppando una specie di clinica via Skype grazie a cui i pazienti più lontani possono prenotare le visite a distanza.
E dall’Italia? Tre anni fa si è iscritto a un bando di concorso indetto dall’Ospedale di Ancona ma l’invito a partecipare è arrivato solo poco tempo fa. Troppo tardi…
Ecco quindi il consiglio di Simone Speggiorin ai ragazzi italiani: “siamo abituati a pensare che le occasioni cadono dall’alto e invece non è così! Bisogna andarsele a prendere. Il mondo è grande, non serve neanche fare il visto per viaggiare nell’Unione europea“.
E voi unimamme condividete il suo entusiasmo o preferirereste avere i vostri cuccioli sempre vicini a voi ma con scarse possibilità di impiego?
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