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Salute e benessere bambini

Sindrome del bambino scosso: cos’è?

Published by
Francesca Nicoletti

La Sindrome del Bambino Scosso (SBS), sconosciuta ai più, è una sintomatologia che riguarda i neonati e i bambini al di sotto dell’anno di età, che hanno

  • il cervello morbido,
  • un cranio ancora non del tutto formato,
  • legamenti e muscoli del collo molto fragili e poco idonei a sostenere la testa che è la parte più pesante del corpo.

Sindrome del bambino scosso: impariamo in cosa consiste

La sindrome si verifica in seguito allo scuotimento, magari troppo violento, o a traumi della testa e può comportare danni neurologici molto seri quali

  • ematomi subdurali,
  • emorragie,
  • contusioni cerebrali,
  • fratture scheletriche,

che possono arrivare, addirittura, al coma e alla morte. Inoltre l’80% di coloro che sopravvivono può presentare durante la crescita seri danni neurologici.

Il cervello del bambino, dunque, è estremamente vulnerabile e può subire gravi danni anche inavvertitamente, magari

  • cadendo dal letto
  • battendo in modo violento la testa sul materasso
  • o, addirittura dopo soli 5 secondi di scuotimento, poiché quando si scrolla violentemente un bambino, magari anche solo giocando, le piccole vene della parete esterna del collo possono rompersi.

Ma come accorgersi che il bambino ne sia vittima? Quali i sintomi?

Questi i campanelli d’allarme:

  • mancanza di appetito,
  • pallore o colorito bluastro della pelle,
  • perdita di coscienza o riduzione dello stato di vigilanza,
  • mancanza del sorriso e letargia,
  • sonnolenza e irritabilità,
  • vomito e convulsioni,
  • arresto del respiro.

Se il bambino ha anche solo uno di questi sintomi, successivo ad uno scuotimento, è importantissimo chiamare un’ambulanza.

Ma perché un genitore arriva a scuotere il proprio bambino? Tante possono essere le cause ma, le rincipali possiamo raggrupparle così:

  • stress
  • coliche neonatali
  • irritabilità del bambino
  • mancanza di sonno
  • problemi personali e di coppia

tutte cause riconducibili allo sfogo di un malessere che si vive, che può creare, a volte, situazioni a rischio soprattutto nei primi tre mesi di vita del neonato.

Per prevenire la sindrome del bambino scosso, dunque, bisogna porre molta attenzione ai movimenti quando si ha il bambino in braccio, non bisogna scuoterlo per alcun motivo, soprattutto quando si è sotto stress perché si potrebbe perdere la pazienza troppo presto.

Se il pianto è lungo e fastidioso ricordiamo che quello è un modo in cui il bambino cerca di comunicare qualche suo disagio, per cui si deve cercare di comprenderne la causa che può essere

  • fame,
  • dolore,
  • bisogno di coccole

e successivamente di calmare il bambino, anche questo in vari modi:

  • cantandogli una canzone,
  • facendogli un bagnetto,
  • abbracciandolo,
  • andando a fare una passeggiata.

Insomma, l’importante è evitare certe situazioni, e per questo è importante conoscerne i rischi!

Noi vi lasciamo con uno studio sugli abusi durante l’infanzia.

Francesca Nicoletti

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