Si chiama “Quiet Time”, letteralmente “il tempo della calma”, e si tratta di una strategia di relax usata in molte scuole medie e superiori di San Francisco. Gli adolescenti sono inclini ad agitarsi, a fare chiasso, soprattutto dopo tante ore di studio e di concentrazione obbligatoria. Questo stato può tramutarsi facilmente anche in vero e proprio stress che si accumula, rendendo i giovani più irascibli e inclini al nervosismo.
“Quiet Time” è dunque un momento di meditazione a tutti gli effetti che viene applicato nelle scuole due volte al giorno, annunciato da un gong, in cui:
- i ragazzi smettono di fare quello in cui sono impegnati
- si concentrano sul tentativo di svuotare la mente
- pensano solo al loro respiro che entra e esce dal loro corpo.
Il Soprintendente Richard Carranza della Visitacion Valley Middle School, prima scuola ad adottare questo metodo nel 2007, è entusiasta. Il quartiere della scuola era infatti riconosciuto come molto pericoloso: continue sparatorie e risse minacciavano tutti i cittadini, non solo i ragazzi. La scuola, nel suo ruolo istituzionale, aveva provato qualsiasi cosa, ma senza successo fino a quando non è stato inserito questo “Quiet Time”. Da allora i risultati sono stati tanti e, soprattutto, sotto gli occhi di tutti:
- 45% in meno di sospensioni in un anno
- frequenza scolastica salita del 98%
- la media dei voti è migliorata
- gli studenti una volta diplomati hanno intrapreso la carriera universitaria.
Dopo questo esperimento di successo molte altre scuole hanno deciso così di adottare questo metodo e, ancora una volta, i risultati non si sono fatti attendere. “La ricerca sta mostrando grandi effetti sulle prestazioni degli studenti – ha dichiarato il sovrintendente Carranza – I nostri nuovi standard di responsabilità, che stiamo sviluppando in tandem con gli altri distretti della California sottolineano l’ importanza dei fattori socio-emozionale nella qualità di vita dei bambini, non solo accademici“.
La mente influenza il corpo dunque e può aiutare a gestire la rabbia e situazioni di difficoltà che non sono solo retaggio dell’America, sono comuni anche in Italia.
Voi cosa ne pensate? Sareste favorevoli all’introduzione di una “Pausa per la meditazione” nella scuola dei vostri figli?