Non so voi, ma a me questo nome fa morire dal ridere: le fontanelle. E’ come se i bambini fossero dei distributori di bibite ambulanti: “Caro, ho sete” “Vai da Paola che ti dà del succo di frutta direttamente dal suo cranio”. Battute a parte, le fontanelle nei neonati sono molto importanti, ma forse sono ancora un mondo sconosciuto. E allora noi di Universomamma che cosa ci stiamo a fare se non a chiarire i vostri dubbi?
Fontanelle dei bambini: cosa dovete sapere
Innanzitutto dovete sapere che è letteralmente vero che un bambino ha la testa di gomma: al momento della nascita, infatti, deve sopportare una forte pressione per via delle spinte uterine e, per poter passare nel canale del parto, la testa deve adattarsi rendendosi plasmabile quasi come il Pongo. Pensate che in quei momenti la sollecitazione delle spinte può arrivare fino a 20 chili!
Una volta nato, le ossa del cranio rimangono per così dire “aperte” per poter permettere al cervello di crescere: nel primo anno di vita infatti aumenta di volume del doppio, passando da 350 g a 700.
Successivamente lo sviluppo diminuisce notevolmente e per raggiungere la dimensione definitiva, ovvero 58-60 cm di circonferenza, occorreranno ben vent’anni.
Quali sono le fontanelle? Sono due:
- una anteriore: si trova alla sommità della testa ed ha la forma di un rombo. Questa continua a pulsare per 9-18 mesi per poi chiudersi;
- una posteriore: si trova sotto l’osso occipitale e le ossa laterali e si chiude attorno al 4°mese.
Quando si deve consultare il pediatra?
- Se le fontanelle appaiono gonfie e il bambino ha la febbre
- Se le fontanelle sono incavate e il bimbo ha da qualche giorno vomito e diarrea.
Un pensiero che accomuna tutte le mamme è quello di far male al figlio se si toccano le fontanelle: non preoccupatevi. Queste fenditure sono infatti molto elastiche e non provocano nessun fastidio.
E voi unimamme avete qualche storia da raccontarci in merito?