Io avevo un ragazzo. Pensavo fosse un uomo, ma a poco a poco ho scoperto che è ancora un ragazzo. E la colpa non è sua, ma di chi, prima ancora di nascere, lo ha abbandonato senza dargli una guida.
Un ragazzo senza padre, che a 34 anni fatica a diventare un uomo, che preferisce badare solo a se stesso piuttosto che impegnarsi seriamente in un rapporto di coppia,
- perchè non sa come si fa,
- perchè non l’ha mai visto,
- perchè nessuno gli ha mai detto che la vita si puo’ affrontare a testa alta e con le giuste motivazioni, che le paure vanno affrontate e superate, che la vita va morsa.
Questo a me lo hanno insegnato.
Ecco perchè non sto più con quel ragazzo, ma con un uomo.
Ma non è per parlare di me che sto scrivendo oggi, bensì di una ricerca commentata in modo molto intelligente su questo articolo, che mi ha spinta a generare le riflessioni di cui sopra.
Tutto parte da uno studio, pubblicato con il titolo ‘La disfatta dei ragazzi’ il cui autore è Philip G. Zimbardo, che definisce la nuova generazione maschile ‘demotivata’ e ‘emotivamente disturbata’, che dipinge gli uomini (ragazzi) di oggi come quelli
- che non riescono a giocare con gli altri,
- che non hanno una fidanzata
- e che hanno stretto rapporti con pochissimi amici.
Secondo Zimbardo il motivo di questo collasso generazionale sta nella contraddizione per la quale la società
- da una parte vuole dei cittadini ‘virtuosi, proattivi, che si prendono le loro responsabilità, che lavorano per migliorare la loro comunità e la nazione in cui vivono’,
- mentre dall’altra non da loro ‘il supporto, i mezzi, i luoghi tali da motivare o interessare i ragazzi ad aspirare a queste cose’.
Risultato? Gli eterni ragazzi restano a casa con mammà e giocano 7 giorni su 7, h24, ai videogiochi.
Quando poi trovano una compagna, si presenta il vero problema: come fare a passare dalla condizione di ragazzo a quella di uomo?
Per chi commenta la ricerca però, la colpa non è solo della società, ma c’è un motivo ancora più profondo che fa affondare gli uomini di oggi, ed è la sempre più predominante assenza della figura paterna. Secondo il censimento americano infatti, 24 milioni di bambini in America, 1 su 3, vivono in assenza del padre biologico a casa.
Proprio così. La differenza, cari papà, la fate voi: la presenza di un padre coinvolto, responsabile ed interessato è fondamentale per aiutare gli uomini del domani a navigare nel mare di tentazioni (che oggi sono i video games, o internet), è fondamentale che voi siate stati presenti nelle loro vite perchè loro un giorno facciano il salto dal modo di pensare solo a sè stessi che si ha da ragazzi, al modo di dedicarsi al proprio nucleo familiare, alla propria compagna, ai propri figli, tipico di chi è diventato uomo.
Nel mio piccolo, posso dire che concordo con chi ha elaborato tale lucida analisi. Ci sono troppi ragazzi in giro, e pochi uomini.
La buona notizia è che voi papà potete ancora rimediare…. che ne dite di cominciare da ora? 🙂