La triste piaga del nostri tempi, il cyberbullismo, torna drammaticamente agli onori della cronaca con la vicenda della piccola Nadia, una ragazzina di 14 anni che, sconvolta dai ripetuti attacchi ricevuti sul social network ask.fm si è suicidata lanciandosi da un palazzo.
Da mesi ormai la quattordicenne padovana riceveva costantemente pesantissimi insulti, tutti su questo tono: “fai schifo, meriti di morire“, “sei una ritardata grassa e culona“, “secondo me tu stai bene da sola! Fai schifo come persona” e ancora: “con cosa e meglio tagliarsi? Non è meglio usare la lametta?“…
La sua unica soluzione per mettere fine alle vessazioni è stata la decisione di salire in cima a un hotel e lanciarsi nel vuoto, dopo che già da diverso tempo ne aveva parlato agli amici, al fidanzato e, naturalmente, sui social network.
Nessuno purtroppo si era reso conto della serietà della sua risoluzione e ora, a piangerne dolorosamente la scomparsa, oltre ai familiari, ci sono anche i compagni di scuola dell’istituto tecnico Girardi, che hanno appeso striscioni in sua memoria.
Questa ennesima tragedia scaturita, almeno in parte, dalla violenza verbale incontrata online dalla giovane vittima ha lasciato tutti attoniti, in modo particolare i genitori di queste nuove generazioni che si trovano spaesati e spesso privi di strumenti per contrastare questo fenomeno e sostenere i figli.
Sull’onda emotiva causata dal dramma, il sindaco di Fontaniva, la cittadina di Nadia, ha proposto la chiusura del sito ask.fm, “la maggior parte dei genitori si interrogano. Ho conosciuto l’esistenza di ask.fm solo ieri. Un social network con risposte anonime, caratterizzato da violenza, indecenza, istigazioni varie, frequentato da ragazzi tra i 14 e i 17 anni: a mio modesto parere dovrebbe sparire“.
Per chi si chiedesse in che cosa consiste esattamente Ask.fm, si tratta di un social network che conta 65 milioni di iscritti in cui si possono porre domande di qualsiasi tipo, in forma anonima.
Naturalmente in questo contesto la privacy degli utenti, 300 mila al giorno, viene messa costantemente a rischio.
A sua “discolpa”, il creatore di questo sito: Llja Terebin dichiara: “la verità è che i genitori non sanno come i figli socializzano. Se sapessero ciò di cui i ragazzi in realtà parlano, sarebbero molto più spaventati. Su Ask.fm possono vederlo. Ma certe cose accadono ovunque“.
Putroppo il caso di Nadia non è isolato, l’anno scorso la morte della quattordicenne inglese Hanna Smith, besagliata di insulti su Ask.fm ha portato il premier David Cameron a invitare la popolazione a boicottare questo sito.
E ancora in America il decesso di Jessica Laney per le medesime cause ha indotto 3 mila persone a chiderne la chiusura con una petizione su Change .org.
Come possiamo notare il problema è complesso e molto diffuso, affinché non si verifichino più casi come quelli di queste giovani vittime occorre la partecipazione di tutti.
E voi unimamme siete rimaste turbate da questa vicenda? Pensate che chiudere Ask.fm risolva la problema?
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