Sono stati presentati a New York il 30 gennaio i risultati del rapporto globale dell’Unicef ‘The state of the world’s children 2014′ ; il dossier, che presenta alcuni dati incoraggianti (la lotta alla mortalità infantile ha salvato la vita a 90 milioni di bambini sotto i cinque anni) è stato chiamato ‘OGNI BAMBINO CONTA‘, titolo più che esemplificativo dei principi che guidano l’operato UNICEF.
Segnale positivo contenuto nel rapporto è ad esempio quello relativo all’iscrizione alla scuola primaria, che nei Paesi meno sviluppati è aumentata: da 53 bimbi su 100 nel 1990 a 81 su 100 nel 2011; inoltre dal 1990 il miglioramento nell’alimentazione ha ridotto del 37% il ritardo nella crescita (malnutrizione cronica).
Purtroppo però, emergono anche dati preoccupanti:
- nel 2012 6,6 milioni di bambini sotto i cinque anni hanno perso la vita, spesso per cause prevedibili,
- il 15% dei bambini nel mondo inoltre è costretto a lavorare,
- mentre l’11% delle bambine si sposa prima dei 15 anni.
Soffermandosi sulla condizione femminile poi è impossibile non notare come quasi la metà delle ragazze che hanno tra i 15 e i 19 anni e vivono nelle Nazioni a basso e medio reddito giustifichino in alcune circostanze la violenza sulle mogli da parte dei mariti; tale percentuale raggiunge l’80% in Giordania, Togo, Mali e Afghanistan.
In molti Paesi inoltre, nonostante l’aumento della scolarizzazione, sono sempre meno le ragazze iscritte a scuola rispetto ai ragazzi: in Chad, ad esempio, per 100 maschi che frequentano la scuola secondaria, si trovano solo 44 femmine.
E’ la Sierra Leone a detenere il tristissimo record della mortalità infantile nel mondo, con 182 morti ogni mille registrate nel 2012; a seguire troviamo l‘Angola con 164, il Chad con 150, la Somalia con 147 e il Congo con 146.
Gli operatori Unicef sostengono con forza il valore delle rilevazioni statistiche sui 2,2 miliardi di bambini del mondo, fondamentali per migliorare la situazione dei più svantaggiati: ‘Ulteriori progressi possono essere fatti solo se sappiamo dove i bambini vengono maggiormente trascurati, dove frequentano o meno la scuola, o dove i servizi igienici di base sono più carenti’, afferma Tessa Wardlaw, capo della divisione di statistica dell’Unicef.
Che dire, non possiamo che fare un plauso a chi dedica la sua vita ed il suo operato a migliorare le condizioni dei bambini nel mondo… continuate così, perchè, davvero, OGNI BAMBINO CONTA.
Come non essere d’accordo?