Si avvicina il gran giorno delle coppie innamorate: San Valentino che però, per tutti i cuori solitari, è il momento più funesto dell’anno.
Recenti studi testimoniano invece che essere soli potrebbe essere un bene, vediamo insieme perché.
San Valentino: la solitudine non è sempre un male
Secondo John Cacioppoat e il suo team di ricercatori dell’University of Chicago, che per dieci anni hanno scandagliato questo argomento, la solitudine servirebbe a diverse funzioni adattive in ambienti molto specifici.
“Soffrire” la solitudine infatti può aiutarci a:
- promuovere cambiamenti caratteriali per favorire la sopravvivenza dei nostri geni
- rinnovare le connessioni di cui avevamo bisogno per garantire la sopravvivenza e promuovere fiducia, coesione e azioni collettive
Purtroppo c’è anche un altro risvolto, ovvero i solitari sono visti in modo negativo da un punto di vista psicosociale e di attrattiva. Questo atteggiamento non fa altro che rafforzare la loro percezione di isolamento.
Inoltre, per quanto riguarda l’amore, gli individui soli vengono etichettati come meno socievoli e di conseguenza ci si comporta, nei loro confronti, come se lo fossero davvero.
E cosa dire allora di quei fan sfegatati di una squadra di calcio o appassionato di un qualsiasi altro sport?
Anche in questo caso la solitudine ha la sua parte per spingere a stabilire relazioni con interi gruppi e promuovere la cooperazione anche in condizioni avverse (guerra, concorrenza, ecc…)
Sentito gli esperti? Dopotutto trascorrere San Valentino da soli potrebbe non essere così male no?
Anzi, forse è l’occasione per uscire con un’amica, oppure dedicare un momento a noi stesse e ai nostri interessi.
E voi unimamme, che ne pensate di queste ricerche riportate sul Daily Mail?