La travagliata storia di Raffaella Fico, Mario Balotelli e della piccola Pia giunge a un nuovo, controverso capitolo dopo il riconoscimento dell’effettiva paternità del calciatore tramite la prova del dna.
Ora che Pia può essere considerata a tutti gli effetti erede del rinomato atleta, la madre Raffaella Fico, è ben decisa a far sì che la piccola venga trattata come tale.
Nel corso di un’intervista con Diva e Donna la showgirl ha dichiarato infatti quanto segue: “voglio solo che Pia possa vivere come la figlia di un calciatore: crescendo si renderà conto di chi è Mario Balotelli e non deve subire complessi di inferiorità nei confronti di altri figli di calciatori“.
Questa è solo l’ultima delle “sparate” della donna che finora non ha avuto remore a portare la sua delicatissima vicenda personale e quella di sua figlia in qualsiasi piazza mediatica, a partire dalla fine della storia d’amore col padre della bimba.
Due anni fa, dopo una burrascosa relazioni, i genitori di Pia decisero di lasciarsi, per i continui tradimenti di lui o per incompatibilità di carattere, quel che è certo è che praticamente in contemporanea la showgirl scoprì di essere incinta.
Che la gravidanza fosse stata “desiderata” non ci è dato saperlo, lei giura di sì, ma in ogni caso da quel momento cominciò il carosello in interviste, botte e risposta tramite giornali, ingiunzioni, querele circa la paternità della piccola.
Al tenace e plateale disinteresse di Balotelli corrisposero innumerevoli inviti della Fico a prendersi le proprie responsabilità, almeno nei confronti della bambina che, a quanto ci risulta, il calciatore non ha ancora visto.
Nascita, compleanni, niente, Balotelli decide di attendere la prova del dna, che puntualmente arriva qualche settimana fa, confermando i sospetti di tutti: Pia è sua figlia.
Raffaella Fico, naturalmente, è raggiante, ma a quanto sembra non perché spera che Balotelli finalmente si decida ad essere un padre responsabile, ma perché Pia ora è una degna appartenente dell’elitario club dei “figli di calciatori”. Ecco infatti esternata la maggior preoccupazione di questa madre: “non voglio che mia figlia si ritrovi un giorno a viaggiare su un treno in seconda classe e a guardare i figli degli altri calciatori in prima”.
In questi tempi dove l’apparenza è tutto, lo status di “figlio di calciatore” è davvero così importante? E basterà questo affinché Pia abbia assicurati serenità e felicità?
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