I videogiochi con cui così spesso si dilettano i nostri pargoli, rimanendo ore e ore davanti alla televisione possono indurre comportamenti violenti?
Una recente ricerca dell’Università dell’Ohio in collaborazione con alcuni atenei italiani e pubblicata sulla rivista Social Psychology and Personality Science, testimonia che videogiochi come Grand Theft Auto V riducono la capacità di autocontrollo e aumentano l’aggressività.
In questo videogioco personaggi e ambientazioni sono molto realistici, così come i dialoghi, perfettamente contestualizzati all’interno dell’ambientazione.
L’obiettivo è quello di migliorare le capacità criminali del protagonista in una girandola di attività illegali e sesso spinto. Dal suo punto di vista l’ideatore difende la sua creatura dichiarando che si tratta dello specchio del tempi e che il prodotto è consigliato a un pubblico adulto.
Come accennavamo gli effetti deleteri di una simile “avventura virtuale”, sono stati evidenziati da una sperimentazione, ecco come si è svolta:
I ragazzi non hanno dimostrato alcuna propensione a limitare il consumo di caramelle, in seguito è stato offerto loro di risolvere 10 quiz che avevano in palio dei biglietti per la lotteria.
Avendo lasciato in bella vista un sacchetto con tanti biglietti ci si è accorti che molti hanno pensato bene di imbrogliare.
Brad Bushman, professore americano che ha monitorato lo studio, ha notato risultati preoccupanti anche nella scala di disimpegno morale, per cui ad esempio risultava che rubare da un negozio fosse un’azione poco riprovevole.
Grandi preoccupazioni, a questo proposito, arrivano anche dal Regno Unito, dove un Preside della scuola elementare di una cittadina del Galles si è trovato a dover inviare una lettera di avvertimento ai genitori degli alunni che durante la pausa pranzo giocavano con Grand Theft Auto V.
I piccoli, e stiamo parlando di bambini dai 6 anni in sù, parlavano dei contenuti estremamente brutali contenuti in esso: scene di tortura, stupri di gruppo, sesso esplicito…
I genitori degli alunni, per fortuna, l’hanno supportato distruggendo le copie del gioco incriminato.
Il problema, lo intuirete, è globale. L’associazione Yougov ha intervistato un campione di 1978 cittadini britannici ed è emerso che:
L’indagine, condotta dal dottor Dr. Andrew Przybylski della Oxford University ha sottolineato però che le risposte variano a seconda dell‘età degli intervistati.
I più giovani non colgono infatti la differenza tra videogiochi e azioni violente.
E voi unimamme vigilate attentamente con cosa giocano i vostri ragazzi? Eravate al corrente dell’esistenza di un simile prodotto?
Dite la vostra!
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