È un pomeriggio come tanti altri a Miami e sulla trafficatissima Dolphin Expressway le macchine sono ferme. Ad un certo punto da un’autovettura scende una donna in preda al panico con un bambino in braccio urlando che il piccolo non respira.
Tutti gli automobilisti si prodigano subito per prestarle aiuto.
La donna in questione è la 37enne Pamela Rauseo, zia del piccolo Sebastian de la Cruz, un bimbo di cinque mesi che, nato prematuro con precedenti problemi respiratori, ora sta diventando cianotico.
La prima ad intervenire è Lucila Godoy che lascia il suo piccolo di tre anni del tutto incustodito nella sua macchina per soccorrere Pamela, mentre quest’ultima pratica la respirazione bocca a bocca al piccolo in preda a crisi respiratoria.
La Godoy si mette alla ricerca, tra le auto ferme, di qualcuno capace di intervenire trovando infine il poliziotto Amauris Bastidas che, appena giunto vicino al bimbo, avvia un massaggio cardiopolmonare, mentre la zia continua con la respirazione bocca a bocca.
Inzialmente il bimbo sembra riprendersi ma poco dopo smette nuovamente di respirare.
Mentre i due riprendono con i massaggi per la rianimazione, sopraggiungono altri aiuti: due vigili del fuoco Anthony Trim e Alvaro Tonanez, anche loro rimasti bloccati nel traffico.
Resisi conto della gravità della situazione avvertono immediatamente via radio dell’emergenza sulla Dolphin Expressway.
Intanto uno dei due effettua un controllo per vedere se le vie respiratorie del bimbo siano libere.
In quel frangente arriva il mezzo di soccorso dei Vigili del fuoco di Miami che conduce il piccolo Sebastian al reparto pediatrico del Jackson Memorial Hospital dove gli viene prestato il primo soccorso.
Ad oggi il bambino è in condizioni stabili.
I drammatici momenti di questo salvataggio sono stati immortalati dal fotografo Heral Al Diaz testimone diretto dell’evento, essendo rimasto bloccato anche lui nel traffico.
La coraggiosa zia Pamela Rauseo, anche se in preda al panico, è riuscita a salvare il piccolo nipotino e, in un’intervista rilasciata successivamente, ha detto “mia sorella me lo aveva affidato perché ha fiducia in me, non potevo tradirla!”.
Care unimamme cosa ne pensate di questa donna che ha mantenuto il sangue freddo ed una prontezza di riflessi invidiabile?
Voi sareste state in grado di reagire allo stesso modo?
Non ci vuole una laurea in medicina per comprendere che una persona, nello specifico un bambino, stia male. Ricordiamoci che bisogna essere sempre guardinghe e pronte a intervenire nel caso in cui ci si dovesse trovare in un momento di bisogno. Tanti, ormai, i corsi di Primo soccorso tenuti da persone specializzate che illustrano come poter aiutare qualcuno nei primi momenti di difficoltà fino all’arrivo dell’ambulanza o del medico, e allora perchè non prenderli in considerazione? Potremmo salvare la vita di qualcuno a noi molto caro.
Prendeno in prestito una frase del buon Arbore dico “Meditate gente, meditate!”.
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