Siamo a New York, è lunedì 24 febbraio, e una donna, Polly McCourt, entrata in travaglio, dalla sua casa nell’Upper East Side di Manhattan deve prendere un taxi per raggiungere l’ ospedale. Peccato però che il bambino non abbia nessuna intenzione di aspettare.
Polly infatti, si accascia per terra, sul marciapiede, attirando così l’attenzione di diversi passanti che si fermano per aiutarla.
Diverse donne offrono a Polly le loro sciarpe per avvolgere il neonato, e una donna , il cui nome sembra essere Isabelle , dà a Polly il suo cappotto per tenerla al caldo .
Poco dopo arrivano anche polizia ed ambulanza, sulla quale Polly viene caricata assieme alla figlia. Dalle foto, scattate da una troupe presente sul posto, è possibile notare il viso sorridente di Polly, il che è sicuramente un buon segno.
Giunti in ospedale, mamma e figlia sono state controllate e ora stanno bene.
Polly e suo marito, Cian, intervistati, ci tengono a voler ringraziare la donna che ha ceduto il cappotto a Polly nel momento fatidico ed hanno deciso di dare alla figlia il nome della in suo onore: Isabelle.
La coppia ha già due figli, quindi Isabelle è la terza, ed è forse per questo motivo che il travaglio è stato inaspettatamente veloce.
Insomma, una storia a lieto fine che ci dimostra come ogni travaglio sia a sè, e che non tutte siamo uguali, ma soprattutto come alla fine, se non ci sono complicazioni, il parto può essere davvero un evento naturale e fisiologico che non necessita di grandi manovre o mezzi.
New York News
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