Molti bambini hanno un amico immaginario con cui parlare, litigare o giocare. L’amico immaginario è perfetto, non ha mamme che lo aspettano a casa, non ha orari ne obblighi e arriva appena lo si chiama. Quando nostro figlio inizia a giocare parlando a qualcuno che noi non vediamo non è impazzito, sta solo attraversando una fase che interessa il 60% dei bimbi tra i 3 e i 9 anni circa.
Una ricerca condotta dall’ Università della Tasmania evidenzia che i più accaniti creatori di amici immaginari sono i primogeniti, forse colpiti dall’arrivo di un fratellino.
Prima si pensava che l’amico immaginario fosse un fenomeno legato al passato, quando i giocattoli non erano molti, non esistevano i video games e i bambini viaggiavano con la fantasia, oggi invece molti psicologi come Karen Majors membro del East London Consortium of Educational Psychologists affermano che è un fenomeno molto diffuso fra i bambini.
Anna Roby del Max Planck Child Study Centre di Manchester ha condotto una ricerca in cui la metà dei bambini che avevano l’amico immaginario erano figli unici oppure primogeniti, ma inventarsi un amico non è sempre indice di solitudine.
Il gioco dell’amico immaginario è un gioco “normale”, in alcune culture come quella orientale si pensa che questa figura altro non sia che uno spirito che veglia e protegge il bambino.
Secondo Marjorie Taylor, della University of Oregon e autrice di “Imaginary Companions and the Children Who Create Them”, sia i maschi che le femmine sono coivolti in questo gioco in egual misura, ma la differenza è che i bambini tendono ad interpretare dei personaggi mentre le bambine creano compagni immaginari.
I maschietti spesso costruiscono amichetti super che sanno fare tutto e sono degli eroi, le femminucce invece creano amici immaginari che hanno bisogno di cure, possono essere animali, bambini, o figure completamente di fantasia.
Secondo gli psicologi la fase dell’amico immaginario è normale, solo nel caso fosse ancora presente in fase preadolescenziale (10/11 anni) allora bisogna porvi attenzione, vedere se il bambino esclude i rapporti reali mostrando difficoltà a relazionarsi con gli altri bambini.
Bisogna evitare di prendere in giro il bambino che sostiene di avere una “compagnia” che gioca con lui, alla quale avrà anche dato un nome. Semplicemente, comportiamoci come se ci fosse realmente senza eccedere. Evitando di avere comportamenti sbagliati, l’amico immaginario com’è arrivato se ne andrà e una volta superato il periodo scomparirà spontaneamente.
Per quanto riguarda l’atteggiamento migliore che i genitori possono assumere nei confronti dell’amico immaginario gli psicologi consigliano di entrare, senza essere invadenti, nello spazio in cui dimora l’amico immaginario per poter anche noi comunicare e giocare con lui. Fare “amicizia” con l’amico immaginario consente ai genitori di conoscere in modo più profondo il proprio figlio. Soltanto nel caso diventasse una specifica modalità di fuga dalla realtà occorre intervenire per evitare che la fantasia prenda il sopravvento nella vita del bambino.
E i vostri fgli hanno l’amico immaginario? Che forma ha?
Come vi comportate al riguardo?
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