Il tema che vi proponiamo prende spunto dalla vicenda di Patrick Grange, 29 anni ed ex giocatore di calcio.
Patrick è venuto a mancare nel 2012 a causa di un Encefalopatia Traumatica Cronica, o CTE e la sua vicenda è stata riportata dal New York Times.
Questa storia ha fatto riflettere e nello stesso tempo preoccupare il mondo dello sport ed in particolare quello del calcio. I medici che hanno tenuto in cura il ragazzo si sono infatti chiesti :
Ann McKee, neuropatologa dell’Università di Boston e medico di Patrick, sul caso ha affermato: “non possiamo dire per certo che il calcio abbia causato la sua malattia, ma non abbiamo potuto non notare come la frequenza con cui il paziente colpiva di testa, abbia influito nello sviluppo della sua malattia”.
La Dott.ssa McKee ha sostenuto e provato con statistiche come il CTE, cioè il trauma ripetuto alla testa può provocare :
E proprio sulla SLA, la dottoressa ha relazionato in una sua ricerca di come lo stesso danno al lobo frontale del cervello, (riscontrato anche nel caso di Patrick), sia stato diagnosticato nei cervelli di decine di altri calciatori, anche loro affetti da questa malattia.
Tecnicamente, la preparazione ad un colpo di testa richiede una certa atleticità.
Ricordate Pelè?
Lui prima di un colpo di testa preparava i muscoli facciali e del collo, perché questi dovevano essere adeguatamente tesi al momento dell’impatto.
La maggior parte dei bambini però non sono in grado di fare questi preparativi necessari per dirigere la palla, per coordinare adeguatamente i movimenti e per colpire di testa il pallone. Questo aumenta la probabilità che compiano dei gravi errori come ad esempio:
il che può provocare delle spiacevoli conseguenze.
E nel caso delle bambine e delle ragazze, questo fattore di rischio sarebbe anche più alto.
Questo perché, secondo uno studio del 2005 presso la Temple University , la testa e il collo di soggetti di sesso femminile hanno una mobilità “significativamente maggiore ….”.
Traduzione: le teste e collo nel sesso femminile si muovono più velocemente, e questo aumenta la rischio di trauma cerebrale .
Insomma, come a 6 anni si può non essere pronti a dribblare la palla e passarla ad un compagno, così a 10 si può, con tutta probabilità, non essere ancora pronti a sapere colpire di testa la palla.
Non allarmiamoci però!! Lo sport è e resta sicuramente l’attività più completa per i nostri figli.
E’ però importante considerare e valutare i rischi insiti nei vari sport, ed anche nel gioco del calcio.
Facciamo sempre in modo che la capacità di fare un movimento venga raggiunta gradualmente e con gli adeguati esercizi propedeutici.
Quando vostro/a figlio/a colpisce il pallone di testa accertatevi che sia stato allenato a questo gesto e … occhi chiusi, testa arricciata nel collo, spalle serrate.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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