Quando in casa arriva un bambino, si dice che è come se ci fosse un piccolo uragano. Uno dei tanti “sconvolgimenti” che porta una nuova vita è sicuramente il fatto che bisogna abituarsi a non avere una casa perennemente immacolata: quando incomincia ad essere più grande, il piccoletto vuole esplorare e giocare ed è per questo che l’ordine spesso è l’ultima delle priorità.
Eppure la storia di Andrea e Sabrina, ex frequentatori dei salotti tv ed ora genitori di tre figli di 13 anni, 21 e 6 mesi, ha veramente dell’incredibile: un mese fa gli assistenti sociali, su segnalazione dei carabinieri, hanno infatti portato via i bambini per trasferirli in una comunità a 70 km da casa.
Il motivo? Secondo i servizi sociali avere una casa sporca è sinonimo di trascuratezza genitoriale. La vicenda è stata raccontata da Le Iene e lascia veramente a bocca aperta, perché il provvedimento preso da chi, in teoria, dovrebbe tutelare gli interessi dei minori è stato un atto estremo, che può aver seriamente danneggiato i tre figli della coppia.
Secondo Andrea e Sabrina e i loro avvocati, infatti, sono stati saltati tutti quegli step che avrebbero potuto evitare di allontanare i bambini da casa, come ad esempio l’affidamento temporaneo ai nonni. I parenti più stretti non sono neppure stati ascoltati, così come non sono stati tenuti in conto i pareri dell’allenatore di calcio del più grande, del prete o del pediatra che seguiva i più piccoli. Intervistati da Le Iene, nessuno ha infatti rilevato qualcosa di strano o una particolare incuria nell’aspetto dei bambini.
I carabinieri, invece, recatesi a casa di Andrea e Sabrina per altri motivi, hanno redatto un verbale in cui si evince che la casa sarebbe così lurida da non permettere ai figli della coppia di vivere in un ambiente sereno. Le foto scattate durante la rilevazione hanno contestato ai genitori il disordine, la puzza e la presenza di feci di cane in una vasca, persino i letti dei bambini non adatti alla loro età perché sono dei lettini da campeggio.
Certo, la casa di 300 mq non era pulita, ma lo stato di degrado non era tale da far prendere questi provvedimenti, anche rispetto ad altre situazioni ben più gravi di case con siringhe, piatti sporchi, bottiglie di vodka e sporcizia ovunque mostrate durante il servizio.
Ovviamente in rete è scattato il putiferio, puntando il dito contro gli assistenti sociali. Anche noi di Universomamma non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio, perché in certi casi il loro intervento è fondamentale per salvare delle piccole vite. Però la situazione andava valutata nel suo complesso, non con un provvedimento di urgenza.
E soprattutto: perché nessuno ha chiesto al figlio più grande se fosse infelice con i suoi genitori, se lo maltrattavano, se vivere in quel disordine era per lui un disagio?
In questa storia, tutti coloro che sono intervenuti hanno forse avuto la supponenza di saperla più lunga. Certo, il mestiere e l’esperienza contano, ma contano anche il dialogo e l’ascolto: pulire la casa – e questo lo ha affermato anche una psicologa in trasmissione- non corrisponde ad essere bravi genitori. Ma vale anche il contrario: non si dice di far crescere i propri figli nella sporcizia, però giocare con loro è magari più importante che pulire i vetri, no?
E voi unimamme che cosa ne pensate di questa storia così controversa?
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