Mentre in questo periodo nero per l’occupazione giovanile italiana si arraffa quel che si può e la casella di risposte delle e-mail rimane drammaticamente vuota, si sviluppa un nuovo metodo per selezionare il personale basato sui social network.
Secondo un’inchiesta portata avanti da BeHiring:
- il tempo destinato alla lettura di un cv varia tra i 5 e i 7 secondi
- le probabilità che una lettera di accompagnamento sia letta sono del 17%
- per ogni posizione mediamente un datore di lavoro riceve 250 curricula.
Anche avere l’opportunità di un colloquio è diventata una specie di chimera e, a fronte di questo palese sbilanciamento tra domanda numerosissime e offerte sempre più scarse, le aziende hanno affinato le loro tecniche di recruitment. Secondo JobVite:
- nel 2013 il 93% dei datori di lavoro ha usato i social network come Linkedin , Facebook e Twitter per selezionare le proprie risorse
- il 42% dei datori di lavoro ha riconsiderato sia in positivo che in negativo la propria opinione circa un candidato in base a ricerche su social network
Grazie a piattaforme come Linkedin su cui si può postare il proprio profilo lavorativo e “linkarsi”ad altre persone che si conoscono o con cui si è lavorato, è possibile conoscere praticamente tutto del candidato:
- profilo professionale
- competenze
- durata incarichi lavorativi.
Facebook invece rischia di metterci in trappola, facendo emergere vizi come alcol, sesso sfrenato, droghe, che dovrebbero rimanere nella sfera privata ma che diventano giocoforza, un’arma a doppio taglio.
Il digitale però ha migliorato le procedure di selezione per le imprese:
- i tempi di assunzione si sono ridotti del 33%
- la qualità dei candidati è aumentata del 49%
A questo punto curare la propria immagine online diventa indispensabile per le nuove generazioni, bisogna fare attenzione a ciò che si posta, come ci si esprime e alle immagini che si condividono, magari con troppa leggerezza.
E voi avete il vostro profilo su Linkedin? E i vostri figli? Forse è il caso di aprirlo o aggiornarlo, no?