Amare, si sa, non è sempre facile, anzi non lo è mai. Si cresce, si cambia, si attraversano periodi diversi, a volte si è in due costantemente, a volte chi è più forte deve trainare l’altro. È il gioco della complementarità, se manco io ci sei tu.
A volte però la situazione diventa difficile e ti sembra di camminare su un sentiero di montagna mano nella mano con qualcuno che non riesce nemmeno a respirare, così sei tu ha doverlo portare di peso.
Dal blog di The bell Jar vi proponiamo un tema complicato che ha ispirato un post di suo marito, Matthew Coe: Amare una persona depressa.
Probabilmente la metafora che rende meglio l’idea di una vita insieme è un sentiero di montagna, sostiene Matthew:
E poi, a volte l’aria è così sottile che fai fatica a respirare, altre lo fai a pieni polmoni
Ma cosa succede quando la persona che ami è depressa?
È come camminare con qualcuno che ha costantemente bisogno della bombola di ossigeno, e molte volte sei tu a doverla portare per lui.
In che modo questo influisce sul rapporto?
Entrambi dovete sopportare un carico, il vostro compagno porterà forse da solo la sua bombola di ossigeno ma voi spesso porterete sulle vostre spalle la riserva perché non si sa mai cosa può accadere e dovrete prendervi cura di lui.
Il problema più grande della depressione non è solamente sociale ma anche funzionale: è invisibile. È una malattia che spesso si scopre dopo molto tempo ed è difficile anche da accettare per il malato.
Una volta riconosciuti e accettati i sintomi, con la giusta terapia, la persona può riprendere a pensare e ad agire in modo “normale”, ma se non si prosegue la terapia, magari perché ci si sente meglio o perché si vuole provare a sospenderla anche solo per due giorni, di nuovo cambia tutto e il nostro compagno si sente di nuovo svuotato con i polmoni completamente incapaci di respirare.
Come compagno di vita sta all’altra persona controllare che questo accada, bisogna vigilare sempre sull’altro per fare in modo che non abbassi la guardia e che continui a stare nella terapia.
Vivere con una persona depressa è una sfida, è veramente faticoso, questo perché oltre alle solite dinamiche e problematiche di coppia si aggiunge un compito in più: monitorare qualcosa di invisibile.
Che il vostro compito come compagno sia dare supporto nei momenti più duri della terapia o partecipare in ogni momento, la malattia sarà sempre li, la vedrete in ogni azione (o non azione) e in ogni discorso intrapreso, è un male insidioso perché fa parte di come il vostro partner pensa e reagisce.
È facile cadere nel risentimento perché voi vi fate carico di tutte le faccende da quelle domestiche a quelle lavorative mentre il vostro compagno appare pigro. Ma bisogna ricordare che essere depressi non è solo piangere spesso, è anche:
Quando la depressione non è evidente è facile dimenticarsi che invece è sempre li.
Quando la vostra relazione è in piedi da molti anni è difficile portare il peso tanto a lungo, a volte anche a voi mancheranno le forze, vi sentirete arrabbiati e non considerati, quando la depressione abbassa il suo livello di manifestazione infatti ci sentiamo stanchi perché non ricordiamo più il motivo per cui fare tutto questo. Ma quando il nostro partner ricrolla nell’oblio, ecco che subito torniamo ad essere premurosi e ci ricordiamo che ha bisogno di noi.
La cosa più difficile nell’aiutare qualcuno affetto da depressione è che abbiamo di fronte un adulto che ha la facoltà di scegliere da solo, e a volte una persona malata non si rende conto di aver bisogno di ossigeno extra e non vuole avere il vostro aiuto, così voi risultate ai loro occhi solo troppo paternalistici.
Ciò che è fondamentale, secondo Coe, è la fiducia e l’ascolto. Quando sua moglie si ammalò di depressione post partum, lui cercò di starle vicino ma essendo lei un adulto non voleva pensare che non si prendesse cura di lei, ad esempio non prendendo i farmaci prescritti dalla terapia.
Il problema però è che la depressione distorce il modo di pensare, scoraggia e a volte porta la persona che amiamo a dire: “è inutile che continuo, non sto guarendo”. Per questo dobbiamo sempre vigilare e ascoltare le sue reazioni.
Hanno bisogno di noi non perché non sanno fare le cose, ma perché dobbiamo capire e ricordare loro quando sono loro a parlare e a pensare e quando al posto loro lo fa la depressione.
Hanno bisogno di noi quando non capiscono che il cammino è troppo duro e devo prendersi una pausa, o che devono chiederci aiuto per ricaricare il serbatoio.
La depressione è una malattia e come tale va curata.
Una persona depressa è come un escursionista che respira con un solo polmone, e noi la sua scorta di amore, aria ed energia.
E voi cosa ne pensate? A voi è capitato di amare qualcuno con questa difficoltà? Cosa avete fatto?
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