La Fondazione del Matrimonio (Marriage Foundation) tramite il suo fondatore Paul Friedman ha messo in evidenza tre “killer” che causano il divorzio. Secondo Friedman, un matrimonio deve essere basato su tre punti cardini
Se queste tre cose non convivono insieme il matrimonio, secondo l’esperto, è destinato a finire. Bisogna immaginare queste tre “caratteristiche” come gli angoli di un triangolo all’interno del quale deve muoversi la vita coniugale, se ne manca uno il triangolo si sfalda e così anche la coppia.
Chiaramente un matrimonio non fallisce perché da un momento all’altro uno dei partner cessa di comunicare, di avere rispetto o smette di fare sesso, sarebbe quanto mai assurdo ma, sembrerebbe, che alcuni “assassini silenziosi” si insedino nel rapporto fino a provocarne la rottura.
Quali sono questi “killer” individuati da Paul Friedman?
Killer n. 1 – Troppa familiarità
Non bisogna mai esagerare con la “troppa confidenza” perché, secondo lo studioso, spesso il rispetto diminuisce con l’eccessiva familiarità. Non ci si riferisce, chiaramente, alla conoscenza dei gusti nel vestire o nel mangiare quanto più ad una sorta di abbattimento delle barriere inibitorie in seguito alle quale, molte volte, si agisce senza troppo “rispetto” nei confronti del partner lasciandosi andare a
e via dicendo. Bisogna, quindi, essere familiari ma non invadenti. È necessario che ci siano dei momenti intimi e incondivisibili, nonostante la confidenza e l’intimità raggiunta, come per esempio quando si va in bagno, mai lasciare la porta aperta! Quello è un momento da vivere in completa solitudine, la porta deve delimitare un’area invalicabile.
Secondo Friedman l’eccesso di familiarità è colpevole di oltre l’80% dei fallimenti matrimoniali, perché tutti desiderano essere rispettati.
Killer n. 2 – Scarse capacità di comunicazione
Tutte le persone che vivono momenti di difficoltà nella coppia lamentano la stessa cosa, ovvero di avere problemi di comunicazioni con il partner. Questo, purtroppo, nella maggior parte dei casi è un alibi poiché maschio e femmine hanno due modi diversi di dialogare, per cui non si parla più di problema di comunicazione ma di un vero e proprio rifiuto a comprendersi. Il modo di dialogare non cambia, ma, piuttosto, cambia il modo di recepire alcune cose.
Nella coppia il termine comunicazione assume un’accezione differente, ovvero bisogna saper far combaciare, come due tessere di uno stesso puzzle, le aspettative, i pensieri, le ambizioni. Bisogna quindi intendere la parola comunicazione piuttosto nel senso di complicità, unione.
Killer n. 3 – Un atteggiamento disfattista
Spesso molti si sentono insoddisfatti se la vita coniugale non rispecchia quello che avrebbero voluto ma la promessa di matrimonio “Prometto di amarti e di esserti fedele sempre…nella buona e nella cattiva sorte” è molto esaustiva, non bisogna demoralizzarsi e avvilirsi al primi ostacoli quanto, piuttosto, cercare di apprezzare ciò che si ha. Bisogna sapersi accontentare. Arriveranno sicuramente tempi migliori.
Conclude Friedman dicendo che il metodo per evitare che questi assassini silenziosi si introducano nella vita di coppia è l’intelligenza, bisogna essere in grado di controllare i nostri atteggiamenti e le nostre idee. L’unica cosa che ci consiglia è di
Tanti dicono “io amo mia moglie (o mio marito), ma…”, ecco lo sbaglio è proprio quel “ma”, bisogna riuscire a dire “io amo mia moglie (o mio marito)”.
E voi, care unimamme, cosa ne pensate di quanto consigliato da Friedman? Io credo che in larga parte abbia ragione e che dovremmo tutti essere capaci di vivere il rapporto di coppia proprio come ci viene consigliato, con rispetto, comunicazione e complicità sessuale. Diteci il vostro parere in merito. Servono a qualcosa i consigli dati da Gerald Rogers sul mantenere sempre vivo un rapporto di coppia?
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