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Parto o taglio cesareo: come avviene e quali rischi comporta

Placenta accreta, il rischio del parto cesareo di cui si parla poco

Published by
Michele

Placenta accreta, cos’è? Quando si verifica? Si tratta di un problema di cui si parla poco. Cerchiamo di fare chiarezza.

Il numero di parti cesareo cresce in maniera allarmante negli anni. In pochi però parlano del rischio che questa pratica comporta.

Nell’immaginario comune si è falsamente innescato un pensiero che porta a considerare il parto cesareo come uno dei metodi “naturali” per mettere al mondo un bambino: alla mamma viene praticato un taglio, il bambino nasce, vengono messi dei punti e tutto va avanti tranquillamente.

Ma così non è.

Placenta accreta: un rischio del parto cesareo poco conosciuto

Affrontiamo questo tema prendendo spunto dalle considerazioni di Chavi  Eve Karkowsky, un medico specialista in medicina materno fetale, che spiega molto bene cosa significa e cosa può comportare questo tipo di parto.

Che il taglio cesareo comporti dei rischi lo possiamo immaginare, si tratta infatti di un vero e proprio intervento di chirurgia. Questi rischi possono giustificare, in alcuni casi, anche la presenza di un team allargato composto da urologo, anestetista e ematologo.

Ecco alcuni aspetti di cui prendere coscienza:

1. la vicinanza della vescica all’utero aumenta il rischio infiammazione e infezione della membrana che riveste l’utero. Questa condizione è nota come endometrite;

2. aumento dei rischi durante le successive gravidanze, potenzialmente gravi, in maniera maggiore di quanto non accadrebbe dopo un parto vaginale. Tra essi:

  • emorragie
  • prematuro distacco della placenta
  • lacerazione dell’utero lungo la cicatrice del precedente intervento (rottura uterina)

3. i maggiori rischi per i bambini nati da un parto cesareo è quello di avere maggiori probabilità di sviluppare la:

  • tachipnea transitoria: cioè la respirazione eccessivamente veloce durante i primi giorni dopo la nascita
  • sindrome da stress respiratorio: una condizione che rende difficile respirare e che si verifica se il parto cesareo viene effettuato nelle prime 39 settimane di gravidanza senza prova di maturità polmonare del bambino.

Ma un altro rischio del taglio cesareo di cui non si parla mai abbastanza è quello della placenta accreta.

La placenta è un organo incredibile: si forma durante la gravidanza per alimentare un nuovo essere umano. I cambiamenti che avvengono nella gravidanza permettono al corpo della donna di tollerare ciò che in altre circostanze sarebbe stato visto come un’invasione parassitaria con danni per la salute della mamma.

Se tutto procede correttamente, ad un certo punto la placenta riceve il segnale di smettere di crescere. Se ciò non avviene si ha la c.d, placenta accreta.

Se poi la placenta continua a crescere occorre distinguere tra:

  • placenta increta, se cresce fino alla parete muscolare dell’utero
  • placenta percreta, se penetra l’utero, raggiungendo gli organi adiacenti come la vescica o dell’intestino.

Nella maggior parte dei casi, le gravidanze con questi problemi non hanno sintomi. Oggi, a differenza del passato dove spesso il primo segnale si osservava dopo il parto, con conseguenti difficoltà e ingenti perdite di sangue, grazie alle moderne tecniche di imaging , si è in grado di avere quasi sempre una diagnosi prenatale.

Al momento del parto, si può distinguere tra:

  • l’ipotesi migliore che prevede un parto cesareo, un neonato prematuro, la rimozione dell’utero con la placenta attaccata
  • l’ipotesi peggiore che prevede una massiccia emorragia, rischio complicanze chirurgiche e postoperatorie per mamma e figlio.

Ad ogni taglio cesareo il rischio di placenta accreta diventa più alto. E’ proprio la cicatrice del taglio che potrebbe offrire una base per la crescita anomala della placenta durante future gravidanze.

Questo tipo di informazioni ha bisogno di essere conosciuto da ogni donna. Non è molto frequente, ma può succedere.

Purtroppo l’aumento di casi di taglio cesareo porta a pensare che questo sia a volte praticato anche se non strettamente necessario. E’  bene sapere quindi i pro e i contro dell’intervento, anche che nella prospettiva di future gravidanze.

E voi universomamme eravate consapevoli di questi rischi? Avevate mai sentito parlare di placenta accreta?

Michele

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